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Vernazza: “Inter e altre nel mondo bitcoin. Giusto che i tifosi sappiano i rischi: eccoli”
Sebastiano Vernazza, editorialista della Gazzetta dello Sport, ha parlato diffusamente dell'ingresso dei bitcoin nel mondo del calcio. Con una serie di avvertimenti ai tifosi che si apprestano a vedere i loro club usare diffusamente il sistema delle criptovalute.
"Da martedì il Salvador, Paese dell’America Centrale, ha dato corso legale ai bitcoin. Che cos’è il bitcoin? È una criptovaluta, una moneta virtuale, non emessa da una banca centrale, ma basata su una rete telematica, soggetta alle oscillazioni degli scambi su internet. In Salvador il chivo - “figo” nello slang locale, così è stato chiamato il bitcoin - non è stato accolto con entusiasmo, tanta gente è scesa nelle strade a protestare perché ha la percezione di un denaro finto, tipo Monopoli. E quanti chivos serviranno per fare un dollaro? La quotazione del soldo salvadoregno è già crollata. I bitcoin sono arrivati anche nel calcio. Li chiamano fan token, il principio è lo stesso. Si comprano e si vendono con soldi veri - euro, dollari - e servono per garantirsi qualche privilegio: partecipare alla composizione della lista di canzoni da far risuonare allo stadio prima della partita; incidere sulle scelte di formazione per un’amichevole di secondo piano; accedere a contenuti esclusivi, giochi inclusi. Al momento sono più o meno questi i benefici assicurati a chi acquista i bitcoin della propria squadra del cuore.
Più avanti chissà, forse si potrà dire la propria sul calciomercato ed essere ascoltati. Molte squadre ormai hanno un bitcoin e molte sono sponsorizzate dalle società che li emettono. Socios.com è diventato il marchio principale sulla divisa dell’Inter campione d’Italia. Non siamo contro i bitcoin per pregiudizio, a patto che si sappia a quali rischi si va incontro. Stiamo sul semplice: poniamo di acquistare un fan token del Milan a un euro - quotazione nostra, del tutto inventata, non in linea con gli attuali valori - e di tenerlo nel cassetto per tre mesi, senza occuparcene.
Novanta giorni dopo potremmo decidere di venderlo e scoprire che il nostro fan token rossonero si è rivalutato ed è salito a due euro di quotazione: wow, che bello. Al contrario potremmo incappare in un deprezzamento, accorgerci che la nostra monetina milanista è scesa a 50 centesimi. Siamo nei paraggi dei meccanismi della Borsa, però senza un ente regolatore come nel caso dei mercati azionari. Il bitcoin va su e giù alla maniera delle azioni, ma in un contesto di piena deregulation. Quello del Psg di Messi, Neymar e Mbappé è schizzato alle stelle: beato chi ci ha creduto un anno fa, oggi può guadagnarci. Parafrasando Pascal, il tifo ha le sue ragioni, che la ragione non conosce.
I bitcoincalcistici possono diventare un modo divertente per sostenere e finanziare la propria squadra del cuore, per sentirsi coinvolti e partecipi, specie se si vive a migliaia di chilometri di distanza e non si può frequentare lo stadio. L’economia e la finanza sono mondi in cui vincono i cuori di pietra, sono posti abitati da professionisti abilissimi nelle speculazioni, nel cogliere i momenti giusti per entrare e per uscire, dunque per macinare utili. Via libera ai fan token, a condizione di mettere in conto delle perdite e di non preoccuparsi per le eventuali scottature. È questa la linea di demarcazione, per dormire tranquilli la notte".
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