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Basta guardarli. Prendi una foto di Sneijder e poi una di Guarin. Non sono uguali, in niente. Uno è stato il numero 10 delle meraviglie nerazzurre, il trequartista, l'ispiratore di gol leggendari. Poi è sparito, come in un incantesimo maledetto, tra infortuni, allenatori diversi e quel feeling con i colori interisti che andato via via spegnendosi tra cinguettii isterici e silenzi.
L'altro è 'solo' un numero 14. Il numero di Simeone, Di Biagio, Veron, Vieira. Centrocampisti come il Guaro che però adesso fa il 'Wes', fa il dieci, quello che gioca dietro alle punte. Stramaccioni lo ha spiegato, ceduto l'olandese, uno come lui manca nella sua formazione concepita per giocare proprio in quel modo lì, con quei piedi che non sono proprio i piedi di tutti. Non sono quelli del colombiano che però intanto - mentre il compagno si curava in Italia e in America e decideva se era meglio lo stipendio del Galatasaray o quello di Moratti - zitto zitto si è preso il suo ruolo e ha dimostrato di poter garantire gol e assist con una forza che fa ben sperare.
Domenica sera a San Siro arriva il Torino e all'andata, nella serata che coniò il termine 'provinciale', Strama aveva fatto arrabbiare Wesley sostituendolo con Cassano. FantAntonio nella prima parte della stagione nerazzurra è stato importante per la squadra, nel periodo delle dieci vittorie è stato indispendabile. Poi sono cominciati per lui alti e bassi, tra squalifica, gol mancati e infortunio, e sono cominciati pure gli alti e bassi di tutta la squadra che da seconda a meno uno è scivolata, dopo la vittoria allo Juventus Stadium, terza in classifica a meno nove dalla capolista bianconera e a meno quattro dalle seconde a pari merito, Napoli e Lazio.
Quando il barese è in campo però i nerazzurri sembrano essere in grado di creare, costruire, di avere almeno delle idee. Era tutto quello che veniva da Sneijder, se ci fosse stato, se avesse deciso di esserci. Se il 31 gennaio "la qualità che manca" non avrà la forma di un nuovo centrocampista, toccherà ad Antò e Fredy crearla. E' da loro che si riparte. Loro ci sono e sono certezze.
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