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Tanto desiderato e sognato, tanto inseguito, tanto protetto. Ma anche tanto deludente e, purtroppo per l'Inter, tanto deleterio. Arturo Vidal tradisce il suo mentore Antonio Conte e tutto il popolo nerazzurro, facendosi cacciare ingenuamente dopo solo mezz'ora nella decisiva sfida contro il Real Madrid. Una di quelle gare dove servivano il carattere, la mentalità vincente, l'abitudine a confrontarsi ad alti livelli: tutte caratteristiche che il cileno ha in abbondanza, e per le quali Conte si è esposto in prima persona con la dirigenza interista.
MULTA - "Le incertezze di questa prima parte di stagione sono emerse tutte insieme nella stessa maledetta sera, a partire da quella incredibile capacità di complicarsi la vita: l'Inter regala reti e pezzi di partite. Stavolta l'ha fatto con un rigore gentilmente concesso da Barella. E con una follia del nervosissimo Vidal: questa doppia ammonizione è solo l'ultima pagina del suo romanzone contro i Blancos dopo le discusse eliminazioni ai tempi del Bayern. Sarà multato duramente per quel rosso insensato", scrive La Gazzetta dello Sport.
FALLIMENTO - "Vidal, però, non può che essere legato mani e piedi al suo allenatore-mentore: Conte ha chiesto con insistenza il vecchio guerriero con cui aveva combattuto e vinto battaglie in bianconero ed è stato accontentato dall'a.d. Beppe Marotta e dal d.s. Piero Ausilio. Il cileno, però, è lontano parente del guerriero visto a Torino. Nella sua caduta, trascina nella polvere lo stesso Conte, "tradito" dal fedelissimo. Al di là di tutto, il tecnico sta faticando a dare un'impronta in questa sua seconda versione e il passo indietro rispetto al finale della scorsa stagione è evidente. Preoccupante".
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