primo piano

Vidic: “Obiettivo? La CL. Devo capire gli arbitri. Mazzarri e Ferguson…”

Eva A. Provenzano

La conferenza stampa che precede la partita con il Palermo sarà diversa dal solito. Non ci sarà Walter Mazzarri, ma Nemanja Vidic. Il serbo, che ha già mostrato le sue doti in questo inizio di stagione, parla dalla sala stampa del centro...

La conferenza stampa che precede la partita con il Palermo sarà diversa dal solito. Non ci sarà Walter Mazzarri, ma Nemanja Vidic. Il serbo, che ha già mostrato le sue doti in questo inizio di stagione, parla dalla sala stampa del centro sportivo A. Moratti di Appiano Gentile. FCINTER1908.IT vi riporta in diretta le sue parole. 

- Che Inter vedremo a Palermo? 

"Abbiamo vinto alcune partite di fila, questo ci sta dando fiducia. Stiamo facendo bene e lo faremo vedere anche a Palermo".

- Che idea ti sei fatto del calcio italiano? L'Inter può lottare per lo scudetto? 

"È chiaro, devo adattarmi, devo imparare molto sul calcio italiano, non è la stessa cosa, ho anche cambiato Paese devo adattarmi anche sulla condotta degli arbitri. Adesso è presto, vedremo per i nostri obiettivi, l'ultima partita è sempre quella più importante, guardiamo partita dopo partita, vincere lo scudetto sarebbe bello, ma adesso dobbiamo pensare ad arrivare tra i primi tre, vincere lo scudetto sarebbe bello, chiaro, ma adesso dobbiamo andare partita dopo partita"

- E sugli arbitri? 

"Ho notato quanto possa essere diverso il campionato italiano dal campionato inglese. Non dobbiamo parlare solo degli aribitri, ma anche dei giocatori che rendono difficile il lavoro degli arbitri: spesso chiedono dei falli, dei rigori che in realtà non ci sono. Queste sono cose che i giocatori in Inghilterra tendono a fare meno. Mi devo adattare anche ai giocatori. Ho parlato con Andrea, mi ha detto come mi devo comportare con gli arbitri, cose che devo evitare per non avere problemi, e spero di adattarmi il più velocemente possibile al loro metro di giudizio"

- Ti senti un po' un punto di riferimento per i tuoi compagni?

"Non devo parlare solo di me e stesso, ma devo parlare della squadra: ci sono tanti giocatori esperti, professionisti di alto livello, che possono fare da esempio ai giovani per come si allenano e per come si comportano fuori dal campo. L'Inter deve essere capace di arrivare a certi obiettivi come squadra, come rosa, come club e se lavoriamo in gruppo possiamo buone possibilità di raggiungere gli obiettibi che ci siamo prefissati".

- LA NOSTRA DOMANDA - Ci sono similitudini tra Mazzarri e Ferguson? Se si, quali?

"Per quanto riguarda le cose simili, la più importante è che per entrambi deve esserci una bella atmosfera nel gruppo. Vogliono creare uno spirito di gruppo importante. A Manchester si giocava con un modulo diverso, ma credo che la cosa più importante sia lo spirito di gruppo che vogliono creare entrambi"

- Come procede il tuo adattamento alla difesa a tre?

"Chiaramente abbiamo lavorato duro in preparazione per adattarci a questo tipo di gioco. Per adesso mi sto sentendo a mio agio, spero che questo venga fuori nella partita di Palermo. Credo che tutta la squadra stia difendendo bene e così stiamo dimostrando solidità anche in avanti".

- Con Stankovic avete visto la partita con il Sassuolo insieme al Meazza. Cosa pensi del suo ruolo di vice ad Udine e ti piacerebbe essere allenato da lui?

"Si è mostrato molto eccitato di questo suo nuovo ruolo. Credo possa diventare anche allenatore in futuro, ha la giusta esperienza, ha lavorato con tanti allenatori importanti nella sua carriera e credo potrà fare bene in futuro. Io spero di diventare allenatore in futuro e le nostre squadre magari potranno giocare insieme, affrontarsi".

- Qual è stato il tuo primo pensiero quando sei diventato un giocatore dell'Inter?

"Ero molto contento. Tante volte potevo arrivare in Italia ma poi non è mai successo. Questa squadra è arrivata al momento giusto per dimostrare quanto posso dare ancora. Qui il primo giorno tutti mi hanno dato una grande accoglienza. All'inizio è stato strano, diverse ambiente, diversi giocatori, maglia diversi. A parte le prime difficoltà, adesso mi sento molto bene, mi sento a casa qui e mi sono adattato".

- Il Manchester ha cercato di trattenerti?

"Io avevo già deciso di venire all'Inter dopo aver parlato insieme al club. Mi sono lasciato bene con loro sia prima che dopo la firma con la mia nuova squadra. Non hanno cercato di trattenermi dopo la firma"

- Preferisci ingresso in Champions tramite primi tre posti in serie A o con la vittoria dell'EL?

"Mi andrebbe bene arrivarci in ogni modo. Conta guardare ad ogni partita al meglio, senza andare troppo avanti. Dobbiamo arrivare alla sosta per le Nazionali nella migliore situazione possibile".

- Hai detto che ti devi adattare ai giocatori. In Inghilterra capita che siano gli stessi tifosi a fischiare chi simula, qui invece c'è una mentalità che induce il giocatore a simulare. Credi che questa cosa vada cambiata?

"Non sono qui per cambiare la mentalità in Italia ma per adattarmi. Se mi chiedete cosa preferisco, preferisco giocare come si gioca in Inghilterra. Lo trovo più rispettoso dell'avversario e anche più onesto anche perché sono cose che possono succedere una volta a me una volta a te. E poi credo che così si possa rendere il ritmo di gioco un po' più veloce se ci sono meno interruzioni dell'arbitro"

- Il fatto di non aver ancora preso gol è un pensiero piacevole o alla lunga può diventare un pensiero pesante?

"Penso sia importante mostrare solidità difensiva anche verso i nostri attaccanti, che in un certo senso così non si sentono obbligati a segnare 2-3 gol a partita. Poi sarà difficile tenere l'imbattibilità per tutte le gare. Quello che conta è vincere e conservare la nostra mentalità. È importante conservare l'imbattibilità, mantenere la porta inviolata, il non concedere dei gol può farci vincere la partita però credo che la cosa più importante alla fine sia vincere"