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In Argentina la descrivono come una manager, grande donna d'affari e mamma che, pur avendo cinque figli, non ammette baby sitter. Dicono sia stata lei a chiudere la trattativa che ha portato per 50 mln + bonus Icardi al PSG.Vi abbiamo anticipato ieri, dalla prima pagina di Gente, alcune dichiarazioni di Wanda Nara.E ora in Argentina, sul sito della stessa rivista, è stato pubblicato uno stralcio dell'intervista alla procuratrice che parla del suo lavoro come rappresentante dell'attaccante argentino.
SU ICARDI - «Avevamo già dato la nostra parola; il club sapeva della nostra intenzione di rimanere a Parigi. Forse il merito è di aver completato l'acquisto nel bel mezzo di una pandemia», afferma. «Ogni volta che mi sono seduta per negoziare con i dirigenti, lo facevo sapendo cosa voleva Mauro e come lo avrebbe voluto, quali club gli piacciono e quali non gli piacciono. Conosco i suoi sogni e so dove vuole arrivare. È il vantaggio che ti dà il fatto che ci si conosce da tempo. Ci sono cose che non chiedo nemmeno, perché so benissimo quale sarà la sua risposta. Abbiamo fatto una bella partita: lui fa la sua parte e io faccio la mia. Era sempre felice. È molto facile essere il manager di un giocatore come Mauro. Non sto dicendo che non gli serve, perché dovrebbe essere consapevole di problemi tecnici, tasse, leggi. Ma si vende già da solo. È facile accompagnare la carriera di un giocatore così».
LE TRATTATIVE - «Come è stato trattare con dirigenti delle squadre più importanti? All'inizio, forse avrebbero potuto sottovalutarmi, ma al quinto anno mostrano solo rispetto. Con tutti i presidenti incontrati, al termine dei colloqui, qualunque sia il risultato, c'è sempre stata una cordiale chiamata: 'Questa volta non è successo, ma chissà domani'. Ho un rapporto così buono con loro che ad ogni Natale mi scrivono e ci auguriamo buona fortuna».
DONNA E MANAGER - «La mia vocazione di fare l'agente è nata con Mauro, è nata naturalmente, attraverso la forza del nostro legame. Lui è tutto l'opposto del maschilismo, ammira le donne indipendenti e difende i loro diritti. Ecco perché gli faccio da manager. In un mondo così maschilista come il calcio, per il quale le donne dovrebbero solo stare a pulire i piatti, lui dice 'devi parlare con mia moglie' e questo dimostra la sua sicurezza. Venti anni fa una situazione del genere era inimmaginabile. Ma stiamo progredendo le donne cominciano ad essere viste in maniera diversa. L'Europa però è molto indietro rispetto all'Argentina, ma spero che continui ad evolversi sotto questo aspetto».
LA FAMIGLIA - «Se un giocatore vede che la sua famiglia è felice e a suo agio in un posto, è molto più facile farlo firmare. Io, che vivevo in dodici città, di solito mi adattavo molto facilmente. Dico sempre che una volta che lasci la tua casa e il tuo paese, qualsiasi posto sarà lo stesso. La tua casa sarà sempre la tua famiglia».
(Fonte: Gente)
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