- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
primo piano
Ivan Zamorano è stato intervistato da Panorama ed ha parlato dell'Inter, della maglia numero 9, di Ronaldo e anche della stagione '97/'98.
Queste le sue parole:
CARATTERE - La passione e il temperamento sono sempre state nelle mie vene. Nessuno ha mai lasciato lo stadio pensando 'Ah, se Ivan avesse rincorso quel pallone', perché li rincorrevo tutti.
ATTIVITÀ IN CILE - Mi sentivo in dovere di restituire l'affetto ricevuto. Il calcio mi ha reso non solo un grande sportivo, ma soprattutto una persona migliore.
VALDANO - No, non ci rimasi male, pensai solo che era il pensiero di un dirigente che non mi conosceva. L'unica cosa che sapevo, era che avrei dovuto lottare per affermarmi. Ognuno di noi è architetto del suo destino. La lotta che dovevo intraprendere non era con lui o con la stampa, che aveva riportato le sue frasi, ma con me stesso, per impegnarmi ancora di più.
[Valdano gli disse che non era in grado "di capire il calcio raffinato di Laudrup, Raul e Redondo", ammettendo poi: "Non mi sono mai sbagliato come con lui, avevo sottovalutato il suo enorme orgoglio, la capacità di essere un trascinatore per la squadra. Per non parlare della sua elevazione: lui non saltava, ma scendeva direttamente dal cielo"]
INTER - A convincermi fu lo spessore di Massimo Moratti. Non si rivolse solo al calciatore, ma anche all'uomo. Non puoi arrivare all'Inter e non conoscere la storia di chi ha vestito questa maglia. Quando arrivai, sapevo tutto di Helenio Herrera, Mazzola, Suarez, Facchetti, Altobelli...
BOLOGNA - Con i rossoblu non feci neppure un allenamento, andai subito al San Gallo in Svizzera. Per Maifredi non ero pronto.
GRANDI CAMPIONI - Non avevo preferenze, certo il più grande è stato Ronaldo. Infortunio? Commovente è stato essere vicino a Ronaldo in quelle settimane, vedere la sua volontà di rientrare più forte di prima.
STAGIONE '97/'98 - Certo c'è il rammarico per quello scudetto sfumato per il rigore negato a Ronaldo contro la Juventus. E' stato un dispiacere, potevamo vincere quel titolo, anche per quello che poi si è saputo...
MAGLIA 9 - Ne parlai con Moratti e Mazzola e concordammo per darla a Ronie, in un momento delicato per lui. Per me il 9 è stato sempre un numero importante, era la maglia di mio padre Luis. Così decisi di prendere la 18, mettendoci un + in mezzo, per ricordare a tutti che ero sempre un 9. Alla fine questa scelta mi ha dato più popolarità di quella che avrei avuto tenendo il mio numero.
(Fonte: panorama.it)
© RIPRODUZIONE RISERVATA