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Zamorano: “Lautaro al tavolo dei grandi, mi rivedo in lui. Lavoro straordinario di Inzaghi”

Zamorano: “Lautaro al tavolo dei grandi, mi rivedo in lui. Lavoro straordinario di Inzaghi” - immagine 1
Della sfida di Champions contro l'Atletico e del cammino che sta facendo l'Inter di Inzaghi ha parlato l'ex attaccante nerazzurro
Andrea Della Sala Redattore 

Della sfida di Champions contro l'Atletico e del cammino che sta facendo l'Inter di Inzaghi ha parlato l'ex attaccante nerazzurro Ivan Zamorano a La Gazzetta dello Sport:

«Un’eliminatoria difficile perché le squadre del Cholo sono sempre complicate, l’impegno che mettono in campo le rende uniche, ma l’Inter è pronta a tutto. Per me con Real Madrid e Manchester City è nel ristretto gruppo delle grandi favorite alla vittoria finale, ma ora deve pensare solo ed esclusivamente all’Atletico ed evitare eccessi di sicurezza. Ma questo Inzaghi e i leader del suo spogliatoio lo sanno benissimo. Così come sanno che il Cholo è un animale super competitivo che tira fuori il massimo dai suoi giocatori. E poi per Simeone questa sfida è particolare: quando affronta una delle squadre che ama per lui sono partite speciali. È la sfida più equilibrata delle 8 di questo turno, se l’Inter passa può puntare decisa alla finale».


Ivan Zamorano con la maglia dell'Inter

L’Inter ha perso due partite in tutta la stagione, l’Atletico 8, comprese le ultime 2.

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«Le statistiche valgono per gli specialisti, non per i giocatori. Noi non ci pensiamo. Detto questo, l’Inter è in una forma straordinaria, ha una solidità pazzesca e una filosofica precisa: ogni volta che la vedo giocare mi sembra che tutto sia automatizzato. Inzaghi ha fatto un lavoro fantastico e lo stesso vale sul mercato: hanno preso gente che si è abituata rapidamente».

A chi pensa?

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«A Thuram. Lukaku nel miglior momento della carriera ha deciso di andarsene e il club aveva già individuato in Thuram il piano B: straordinario».

E Lautaro?

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«È uno dei migliori attaccanti del mondo. Oggi è seduto all’esclusivo tavolo di Mbappé, Haaland e Kane. Il consenso nei suoi confronti è universale. Non è solo completo ma è il leader indiscusso di questa Inter, tutte cose che si è guadagnato grazie a meriti propri. In ogni partita emerge nitidamente ciò che significa Lautaro per questa Inter: leadership, lavoro, sacrificio, sforzo, perseveranza: con questi argomenti ha conquistato il cuore di tutti i tifosi dell’Inter».

Le ricorda qualcuno di familiare?

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Ivan ride. «Sì. Perché quando lo vedi capisci che per lui, come per me, ogni palla è vita o morte. La sua anima guerriera mi ricorda il mio modo di vivere il calcio, ha la grinta vitale che devono avere le punte dell’Inter e che i tifosi mi riconoscevano. E che ora riconoscono a lui. Il tifoso reclama lotta e abnegazione».

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Torniamo alla squadra.

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«Inzaghi ha due giocatori per posto e ognuno gli risponde alla perfezione. In Europa ci sono grandi club che prendono dei “crack” ma non riescono a essere competitivi, tipo il Chelsea. L’Inter ha preso giocatori a prezzi molto bassi o svincolati ed è fortissima: questo è il grande trionfo della società. E poi mi sembra che la formazione si sia adattata perfettamente a quella che è la storia del club, una squadra che fa sempre gran fatica a conseguire cose importanti: i giocatori hanno assorbito un dna di sofferenza e passione, e con affetto, amore e dedizione a causa e colori hanno reso questa squadra ogni giorno più compatta».

Che cosa la colpisce di più?

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«L’insieme più dei singoli, che pure sono notevoli. Inzaghi ha fatto un lavoro straordinario a livello d’intelligenza emozionale perché ogni suo giocatore rende alla perfezione. Il lavoro per la squadra è totale da parte di tutti, da Sommer a Lautaro. Ognuno degli 11 in campo rappresenta un ingranaggio perfetto al servizio del collettivo. E tra i giocatori: ho detto di Lautaro, Dimarco per me è uno dei migliori laterali del mondo, e i tre del mezzo... Con tutto il rispetto per il centrocampo del City, che considero fenomenale, Çalhanoglu, Barella e Mkhitaryan oggi danno vita al miglior centrocampo in circolazione. Ognuno sa cosa deve fare, quando stringere la squadra, quando fare pressing, quando fare una magia, quando cercare la via della rete. È grazie a loro se l’Inter si è guadagnata il rispetto e l’ammirazione di tutto il mondo».

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