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Inevitabile, per Javier Zanetti, parlare di Mourinho. Ecco le sue parole rilasciate al Corriere dello Sport: "Mourinho? Parlare di lui riferendomi solo a quello che abbiamo vinto sarebbe scontato e riduttivo. Se devo ricordare José, preferisco raccontare come si comportava con il gruppo, il senso di appartenenza che aveva con l’Inter, le cose positive che ci ha trasmesso. Ha cambiato il nostro modo di allenarci e in quei due anni con lui abbiamo fatto cose straordinarie grazie all’intensità che mettevamo in settimana.
Come fa il portoghese ad entrare nella testa dei singoli? E’ un vincente, uno di grande personalità che ti dice le cose in faccia, senza problemi. Tutto quello che faceva era per migliorare il gruppo, per arrivare all’obiettivo. Preparava le partite in maniera incredibile e leggeva le difficoltà di ogni match in anticipo.
Cosa ci ha detto negli spogliatoi prima della finale di Champions League a Madrid contro il Bayern? Che avevamo fatto un grande sforzo per arrivare lì, ma che mancava ancora l’ultimo scalino per restare nella storia del calcio italiano. Ci guardò in faccia e ci spiegò che per molti di noi quella poteva essere l’ultima opportunità e che non potevamo sbagliarla. Io avevo 37 anni e fu qualcosa di fantastico alzare la Champions nella notte delle mie 700 partite con l’Inter.
Poi arrivò Benitez? Con noi Benitez è stato sei mesi e abbiamo vinto 2 trofei. La stagione non è stata buona sotto il profilo degli infortuni, ma si rendeva conto di essere in una grande società. Dopo il Mondiale per club si poteva fare qualcosa di importante se fosse rimasto. Magari avrebbe vinto altri trofei".
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