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Javier Zanetti, vicepresidente dell'Inter, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano argentino Olè. Vi riportiamo le sue parole: "Venire a Tallares è un piacere e lo faccio tutte le volte che posso. Mi diverto, gioco a pallone come quando ero bambino. Vivendo lontano è bello a volte potermi godere un po' questo posto. E' stato molto importante nella mia vita, mi ha dato tanti amici, qui ho cominciato a giocare, ho conosciuto mia moglie. Quando giocavo qui ci siamo fidanzati".
-Avevi chiaro fin dall'inizio cosa avresti fatto a fine carriera?
Sì, mi è sempre interessata la parte dirigenziale, non avrei mai pensato di fare l'allenatore per esempio. Sono felice di essere stato nominato vice presidente dell'Inter, cerco di dare quanto posso, per me è una doppia soddisfazione fare questo in un club che mi ha dato tanto. Si tratta di una nuova fase ma sono felice. Ho il mio ufficio in sede e mi prendo cura delle relazioni nazionali ed internazionali: ritengo che lavorando su quello si possa migliorare il calcio.
-Come ti sembra vada il calcio argentino?
In realtà ci troviamo di fronte ad un momento difficile, o meglio un anno fa le cose erano molto complicate, ora si stanno riprendendo. Credo che per tradizione e storia debbano esserci a lavorare per il calcio argentino persone che gli vogliono bene e bisogna che i leader lascino da parte i loro interessi. Abbiamo toccato il fondo e quindi ora ci può essere la possibilità di cambiare, ho la sensazione che vogliamo uscire dal momento complicato e volere è potere.
-Ritieni che un giorno possano ridursi le differenze tra il calcio sud americano e quello europeo?
Si può raggiungere tutto, ma per raggiungerlo serve una strategia, un programma e obiettivi. Le cose devono essere molto chiare. Anche nella FIFA vedo cose molto positive, sono molto felice di dare il mio contributo.
-Della Nazionale Argentina cosa pensi?
Ora abbiamo quattro partite difficili avanti, ma c'è una qualità molto, molto buona tra i giocatori. Mi piace l'idea di Sampaoli, di recente ho avuto la fortuna di pranzare con lui e Seba (Beccacece), abbiamo fatto una bella chiacchierata di calcio e ho notato che ha le idee molto chiare, si spera anche il tempo di tradurre le sue idee in fatti sul campo. Con i giocatori che abbiamo l'Argentina dovrebbe migliorare molto. Problema tempo? Forse c'è anche per Sampaoli, ma deciso di viaggiare per incontrare i calciatori e anche non c'è tempo per allenarsi fare certi discorsi aiuta a passare ai suoi uomini le idee che vuole.
-Sampaoli è la scelta giusta?
Sì, ha una grande esperienza, ha fatto bene in Cile e nel poco tempo nel quale ha allenato in Spagna il Siviglia. Credo che l'Argentina possa tornare ad essere protagonista e credo che questa squadra, il tipo di calciatori che ha, sia meglio che andare a cercare altro e correre il rischio.
-Icardi merita la convocazione?
Senza dubbio, più che meritata. E' un grande professionista e mi aspettavo questa chiamata. Lui è molto giovane e all'Inter sta facendo bene da un po'. Se ha aspettato più del dovuto per questioni extracampo? Non saprei. Bauza è stato in Italia a parlare con noi ed era stato chiaro, gli disse che aveva in mente di chiamarlo in qualsiasi momento. E' arrivata la convocazione con Sampaoli e non vede l'ora di giocare. Credo che la convocazione sia arrivata al momento giusto.
-Parli con Messi?
Sì, parliamo spesso. Leo è il migliore. Credo che l'idea di Jorge Sampaoli torni utile al gioco di Messi. Cosa ho pensato quando si è pensato lasciasse l'Argentina? Ho sempre avuto fiducia che sarebbe tornato perché so, so come si sente quella maglietta e non ho alcun dubbio che lui, più di chiunque altro, voglia sempre giocare e vincere. Grazie a Dio ha deciso di tornare. Le critiche fanno parte del gioco, dobbiamo imparare a conviverci.
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