primo piano

Zanetti: “Io, l’Inter e Capitan America. Torno presto e ai tifosi dico…”

Il capitano dell’Inter Javier Zanetti, intervistato da Gabriella Greison per Vanity Fair in occasione della presentazione di un social game, oFootball, di cui è testimonial, ha affrontato vari temi. RITORNO IN CAMPO – Non è ancora il...

Simona Castellano

Il capitano dell'Inter Javier Zanetti, intervistato da Gabriella Greison per Vanity Fair in occasione della presentazione di un social game, oFootball, di cui è testimonial, ha affrontato vari temi.

RITORNO IN CAMPO -Non è ancora il momento giusto per pensare di diventare allenatore, nella vita reale. Ad agosto avrò 40 anni, ma voglio battere ogni record di età sul campo di calcio. Volevo tranquillizzare i tifosi dell’Inter e dire che ho tolto il gesso, e che mi manca una settimana di appoggio con la stampella e poi cercherò di togliere pure quella. E voglio tornare in campo in tempo per l’inizio della nuova stagione. Sono un combattente e quando uno ha questo spirito nell’animo non è certo un infortunio a fermarlo: ci sono cose peggiori nella vita. Nel frattempo ho fatto un corso d’inglese su Internet. I social network non li uso: sono un uomo d’altri tempi.

PAPA - È una figura magnifica, rappresenta qualcosa che va oltre il suo ruolo. È prima di tutto un uomo con un grande cuore, è questo che arriva alla gente. Ha, poi, una parola buona per tutti quelli che vede: ha visto per strada un bambino con la maglia del Boca e ha fatto il 'tre' con le dita, per ricordargli i gol che il suo San Lorenzo ha rifilato nell’ultima partita. È una cosa straordinaria. Il calcio serve pure a questo, per comunicare con tutti, ma proprio tutti.

RAZZISMO E VALORI -Con il calcio si può arrivare a chiunque e quindi si possono lanciare messaggi importanti. Per crescere e cambiare le cose che non vanno nella nostra società usiamolo, è un ottimo veicolo di buoni propositi. Quando è portatore sano di idee usiamolo, perché con il calcio si arriva alla casalinga come al medico, così come al ragazzo di strada. Il calcio ha una potenza immensa che nessun altro sport possiede. Sono affascinato dalle donne che seguono il calcio: hanno una capacità di segnalare le cose positive che gli uomini non hanno. A volte mi fermano donne che usano il calcio come metafora di vita: ecco, in Italia ho imparato che è vero pure questo. Ci sono i bambini sognano il calcio e noi siamo lì anche per questo.

SUPEREROE -Io penso prima di tutto ai bambini e al privilegio che vivo ogni giorno facendo questo mestiere. Cerco di trasmettere la mia fortuna. Con piccoli segnali si cambia il mondo. La mia fondazione, Pupi, aiuta tanti bambini. Il mio supereroe da piccolo era Capitan America, per via dei colori sgargianti della sua tuta, e ho sempre voluto avere i poteri che ha lui. Adesso, che un po’ ce li ho, i miei supereroi sono le persone normali, che vivono con difficoltà le giornate per via della crisi, che non arrivano a fine mese. C’è gente che mi ferma e mi fa i conti del suo portafogli e mi  piacerebbe dare una mano a tutti. Ma poi capisco che sono quelli lì in alto che ci governano che devono farlo…

SPOGLIATOIO - Io faccio parte della società, leggo i giornali e parlo della crisi con i compagni. Ci sono quelli più ricettivi, e quelli meno. Con Cordoba è uno scambio continuo di opinioni sulla politica italiana, su quello che si vede al telegiornale, perché confrontiamo anche tutto con il nostro paese. Ora è il momento di cambiare. Siamo in un punto di svolta e la gente che ci governa deve lanciare messaggi forti, avere idee per uscire dal tunnel. Come un grande allenatore che, studiando, capisce quali sono le mosse giuste da fare in campo.

FAMIGLIA - Ho visto al cinema Sette anime, con Will Smith. Ultimo libro letto, Fabio Volo. Ultimo cd comprato, quello di Eros Ramazzotti. Ma la cosa più importante è che siamo una famiglia, tutto qui: in una società come la nostra, dove i valori si possono perdere facilmente per le leggerezze che girano, noi ci teniamo stretti per mano e ci facciamo forza a vicenda. La famiglia è il nucleo da cui parte tutto, da lì deve nascere il sentimento forte e i valori buoni. Ieri, per dire, mi sono emozionato solo perché siamo andati a fare la spesa io e Paula: allora, per ricambiare quello che provavo, ho comprato una bambola per la bambina e un pallone nuovo per Ignacio. Ecco, ora in casa di palloni ce ne saranno un centinaio: tutti camminiamo calciandone sempre uno.

ITALIA - Adesso è il momento che escano allo scoperto le persone che hanno alti principi, quelli che sono stati zitti finora, quelli che portano ventate di ottimismo e hanno voglia di cambiare la società. Perché io, o noi calciatori, siamo parte della società, e con voi vogliamo cambiarla, in meglio. Diteci cosa dobbiamo fare, siamo qui.