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ZANETTI: “Mi ritiro e lo faccio all’Inter: un sogno. Rivivrei Madrid! Piangerò quando…”

Javier Zanetti, a La Nacion, annuncia il suo ritiro dal calcio giocato. FcInter1908.it riporta integralmente l’intervista al capitano dell’Inter PERCHE’ HAI DECISO DI RITIRARTI? “Perché ho sentito che era arrivato il...

Daniele Mari

Javier Zanetti, a La Nacion, annuncia il suo ritiro dal calcio giocato. FcInter1908.it riporta integralmente l'intervista al capitano dell'Inter

PERCHE' HAI DECISO DI RITIRARTI?

"Perché ho sentito che era arrivato il momento. Perchè il calcio mi ha dato tantissimo e mi sono goduto ogni momento. Perchè dopo l'infortunio mi ero riproposto di dimostrare che sarei potuto tornare ed essere ancora competitivo. E l'ho fatto. Mi sento completo e realizzato. Ritirarmi a 41 anni sentendomi ancora bene e in forma non ha prezzo. Per me, è un immenso valore, e ora è il momento giusto. Ed è difficile capire quando è il momento"

HAI PAURA DEL GIORNO DOPO?

"No, paura no. Sicuramente mi mancheranno delle cose, sicuramente mi mancheranno alcuni dettagli della routine, i momenti nello spogliatoio e in particolar modo la competizione. Però immagino che la paura debba apparire quando qualcuno non sa come occupare il tempo improvvisamente libero e fortunatamente ho già risolto questo problema. E' chiaro che niente sarà uguale però sono pronto perchè continuerò a lavorare nel calcio e questo mi manterrà vivo"

VESTIRAI GIACCA E CRAVATTA?

"Spero che non sia necessario. Ho sognato di finire all'Inter, a casa mia, ed è un orgoglio esserci riuscito. Ho preso una decisione di vita, quella di restare in Italia e da adesso, nella mia funzione di dirigente, cercherò di essere utile al club anche fuori dal campo. Si aprirà un mondo nuovo per me e sono entusiasta all'idea di cominciare. Sento che ci saranno mille cose da fare".

IN ARGENTINA SENTI DI ESSERE COSI' APPREZZATO COME IN ITALIA?

"Sì, anche in Argentina mi apprezzano, forse c'è voluto un po' di più. Però dalla gente ho sempre ricevuto rispetto e affetto. Forse le critiche sono più arrivate da parte della stampa. Sono stato un campione lontano dall'Argentina e la gente me lo ha riconosciuto. Ho lasciato una buona immagine di me ovunque sono stato. In Nazionale, anche se rimpiango non aver vinto dei titoli, non ho mai scelto quando esserci e quando no. Ho sempre voluto far parte della Nazionale, mai ho scelto momenti per mia convenienza".

QUANDO PENSI CHE TI TRADIRANNO LE EMOZIONI?

"Sabato sarà l'ultima volta al Meazza e, anche se non ci sarà la curva, ci sarà molta gente e so che stanno preparando qualcosa. E quando lascerò il campo contro il Chievo per l'ultima volta, appena dieci giorni dopo, sicuro la mia carriera mi passerà davanti come un film. Mia madre, mio padre, i miei figli, mia moglie, i miei amici che mi hanno sostenuto per tutto questo tempo. Uff, non resisterò".

COSA TI SORPRENDE DI PIU' DELLA TUA CARRIERA?

"I numeri, le statistiche. Quando penso di aver giocato 1112 partite, che sono quarto in assoluto e che i primi tre sono tre portieri, che sono l'unico argentino ad aver superato le mille partite, che sono lo straniero con più partite, superato in Italia solo da Maldini. Il fatto che nessuno ha giocato più di me in un club grande come l'Inter e in Nazionale. Sono sopraffatto. Ma l'ho fatto davvero? A volte mi chiedo. E questo mi riempie di orgoglio".

CHE PARTITE RIGIOCHERESTI?

"Due. Una per godermela di nuovo e un'altra per cambiare il destino. Rigiocherei la finale di Madrid del 2010, per rivivere quella notte magica al Bernabeu. E darei tutto per giocare di nuovo contro la Svezia, quando siamo stati eliminati ai Mondiali di Giappone e Corea".

I TRE COMPAGNI PIU' FORTI?

"Ronaldo, Baggio e Messi".

I TRE RIVALI PIU' FORTI?

"Giggs, Kaka e Zidane".

SEI UN ESEMPIO?

"Magari, non so se sono un esempio, questa parola sarebbe da vanitoso. Però magari qualcuno possa trarre qualcosa di positivo nel ripercorrere la mia storia nel calcio. Specialmente per come ho costruito la mia carriera".

TI SEI MAI ARRABBIATO?

"Sì, più volte di quanto la gente possa immaginare. Però anche nei momenti spiacevoli si può curare il modo".