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Zanetti: “La mia top 11. Ultima in Premier prende quanto l’Inter, serve…”

Perché Adelmar?

"Appena nato ho avuto difficoltà: il dottore che mi ha salvato era Adelmar secondo mia mamma e lei mi ha dato quel secondo nome, avevo problemi respiratori"

Perché Pupi?

"Ho dato questo nome alla mia Fondazione 20 anni fa, era stato un anno molto difficile per noi argentini, economica, sociale ed educativa. Tramite assistenti sociali, abbiamo preso 34 bambini ad alto rischio, ogni volta che tornavo in Argentina vedevo tanti bambini soffrire, ne ho parlato con mia moglie per dare un futuro migliore ai bambini. Dopo 20 anni non avrei mai immaginato la crescita che abbiamo avuto, ringrazio l'Italia perché ha grandissima sensibilità per aiutare bambini a 15 mila km, non è scontato"

Ritiro

"Per noi calciatori il momento del ritiro è difficile, perché non sei pronto a cosa devi fare dopo. Ho avuto la fortuna che, quando ho smesso, l'Inter mi ha proposto il ruolo di vicepresidente: mi arriva la notizia, grandissima felicità ma mi fermo un attimo perché era una grande responsabilità. Mi sono detto: 'Ho finito la mia carriera da giocatore?' Adesso ne inizio un'altra da zero. Mi devo preparare, ho studiato, ho fatto un master per non essere legato solo alla parte sportiva ma per avere una visione a 360° per essere utile anche nel marketing, relazioni internazionali, progetti sociali. E questo mi piace, l'Inter ha bisogno di persone con competenze. Io continuo a studiare e imparare. Mi sono rimesso in gioco ed è giusto che sia così. E' finita la carriera da giocatore e ne inizia un'altra da zero".

Top 11 della storia

"Faccio dei nomi che ho incontrato e affrontato: Maradona, Ronaldo il Fenomeno, Messi, Iniesta, Batistuta, Aldair, Peruzzi, Cafù, Maldini, Baresi, Zidane, Kakà, Figo e poi metto tutti gli argentini"

Ronaldo il Fenomeno è stato il migliore della storia?

"E' arrivato all'Inter nel momento top della sua carriera, quello che gli ho visto fare negli allenamenti non l'ho visto fare a nessuno. Una potenza, velocità, dribbling, fantstico. Gli infortuni l'hanno penalizzato parecchio in carriera"

Il periodo più intenso dal punto di vista della preparazione?

"Con Mourinho facevamo sempre allenamenti sul campo con alta intensità e poi l'intensità alta la vedevi in campo, era fantastico. Abbiamo fatto un ritiro: due settimane, doppio allenamento tutti i giorni e lui non ha ripetuto un allenamento. Ti faceva allenare anche sulla parte mentale, strategicamente e tatticamente. Se non pensavi eri fuori".

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