Le sensazioni, le paure, quel camminare sospesi su un filo fino alla fine. Questo e tanto altro nel discorso di Javier Zanetti che pomeriggio alla presentazione del libro 'Inter, quella notte', ha raccontato la Champions del 2010. Abbiamo trascritto da un video pubblicato da 'Gazza Tv', il suo racconto e ve lo proponiamo così com'è, convinti che certi ricordi fanno bene all'anima. Eccolo:
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Zanetti racconta la Champions 2010: “Quella partita al Camp Nou non finiva mai…”
Le sensazioni, le paure, quel camminare sospesi su un filo fino alla fine. Questo e tanto altro nel discorso di Javier Zanetti che pomeriggio alla presentazione del libro ‘Inter, quella notte’, ha raccontato la Champions del 2010....
"La tappa importante è stata quella di Kiev, perdevamo uno a zero, aveva segnato Sheva. Mou ci disse 'Siamo fuori dalla Champions, dobbiamo rischiare'. Ha messo me a fare il centrale e ha mandato in campo tanti attaccanti. Quando Sneijder ha segnato negli ultimi minuti si è capito che sarebbe andata diversamente. La seconda tappa è stata il Chelsea, Mou la sentiva tanto ed era sentita anche per noi perché affrontavamo una grande squadra. Poi è arrivata la partita con il Barcellona. All'andata a me era toccato quel ragazzino di Messi (sorride.ndr). Al Camp Nou sembrava una partita infinita, il campo sembrava grandissimo. Il mio ricordo più sofferto è stato quando ha segnato Piqué l'uno a zero mi sentivo sulla testa tutti i tifosi del Barcellona, guardo l'orologio, mancavano cinque minuti più recupero: guardo Samuel che era li vicino e con Ivan, ci facevamo forza a vicenda: 'Dai, Dai', ci dicevamo. Quando hanno annullato il secondo gol al Barcellona mi ricordo un'espressione di Walter, aveva le mani dei capelli, non si era accorto del fischio dell'arbitro. Quando ce ne siamo accorti abbiamo guardato di nuovo il cronometro: mancavano ancora tre minuti, mio dio. Non finiva più. E poi l'urlo liberatorio alla fine. Sapevamo di aver battuto un grande avversario. C'era stata anche l'espulsione di Thiago Motta: già era difficile 11 contro 11, 10 contro 11 è stato ancora più difficile. A fine gara, ero negli spogliatoi stavo facendo la doccia mi sono girato e ho detto: 'Abbiamo battuto il Chelsea, abbiamo battuto il Barcellona, ma manca ancora la finale ragazzi' e poi è arrivata quella notte di Madrid, che rimarrà per sempre nella famiglia nerazzurra. Il Bernabeu era pieno e quando siamo usciti sotto la nostra curva a fare riscaldamento è stato un momento incredibile. Mi dicevo: 'Questa non la possiamo perdere'. E così è andata. Avevo sofferto tanto con l'Inter e tutte quelle sofferenze le ho cancellate in quel momento, ho potuto gioire insieme ai miei tifosi che come aspettavano da tanti anni quel momento e quel momento è arrivato".
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