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Il vice presidente nerazzurro Javier Zanetti, a La Gazzetta dello Sport ripercorre i 'suoi' derby storici commentando anche su quali siano stati gli avversari più difficili da affrontare nella stracittadina:
Faccia un podio dei suoi derby del cuore. "Iniziamo con il mio primo derby in campo, finì 1-1, reti di Paganin e Savicevic. Ero emozionatissimo all’idea di giocare contro Franco Baresi e Paolo Maldini, che allora erano già dei monumenti. A pochi minuti dalla fine mi ritrovai a terra dopo un contrasto in area, mi rialzai di scatto pronto a protestare, ma mi accorsi di aver appena fatto a sportellate con Franco Baresi. Fu un attimo, feci finta di nulla e rientrai verso la metà campo facendo la figura del giocatore all’inglese che non si scompone minimamente per un contatto qualsiasi: in realtà era tutto figlio del rispetto che avevo per quel magnifico difensore".
Al secondo posto?"Inter-Milan 2-2, 13 marzo 1999, è stata mia la rete del definitivo pareggio".
Chiudiamo il podio."Agosto 2009, vinciamo 4-0 in casa del Milan. Che spettacolo il gol dell’1-0 di Thiago Motta! Di fatto andammo in porta col pallone dopo una serie infinita di passaggi".
E la doppia sfida nella semifinale di Champions 2003? "Fuori dopo due pareggi, che dolore quell’1-1 nella gara di ritorno, ma nei giorni successivi provai solo orgoglio per come avevamo affrontato quei 180 minuti. Piansi nello spogliatoio, e ricordo che i primi ad abbracciarmi furono Maldini, Costacurta e Ancelotti. Ripeto, erano derby stellari con uomini veri in campo".
L’avversario che ha sofferto di più?"Kakà, un mostro, era ovunque, velocissimo, quasi immarcabile. Ricordo una corsa a due con lui, una ripartenza terribile, riuscii ad accompagnarlo a fondo campo, venne giù San Siro per applaudirmi, ma io ero letteralmente senza ossigeno alla fine di quella volata".
Sheva? "Ci ha bucati in quasi tutte le partite. Aveva tutto: velocità, cuore, dribbling e tiro. Ed era pure un ragazzo meraviglioso...".
Il più forte giocatore in assoluto nei suoi derby? "Senza dubbi il nostro Ronaldo, quello del 1997-98 in particolare. Mai visto niente di simile: devastante, esaltante, un marziano".
Giochiamo: si trasformi in allenatore e schieri la formazione migliore dell’era Zanetti. "Avanti col 4-2-3-1: in porta, un tempo a testa per Julio Cesar e Toldo; dietro Maicon e Roberto Carlos terzini, Bergomi-Samuel in mezzo; in mediana lavoro durissimo per il sottoscritto e Cambiasso; e poi solo spettacolo con Ronaldo, Robi Baggio ed Eto’o a supporto del Principe Diego Milito. E’ un gioco naturalmente, perché di fatto restano fuori campioni enormi e anche amici veri, Simeone e Cordoba per esempio".
(Fonte: Mirko Graziano, La Gazzetta dello Sport 11/10/17)
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