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Torna a parlare Javier Zanetti e lo fa dalle pagine della Gazzetta dello Sport. L’ex capitano cura ancora molto il proprio fisico, tanto da garantire almeno un tempo a Roberto Mancini, col quale ha un rapporto ottimo. Anche il suo inglese inizia ad andare molto meglio e ormai la sua presenza in Pinetina inizia ad essere costante, a differenza di qualche mese fa, quando si limitava a brevi comparsate. Queste le parole del vicepresidente dell’Inter:
“Corro ancora cinque giorni su sette, un tempo potrei garantirlo. Meglio vicepresidente o calciatore? Di sicuro adesso lavoro più ore ed è più semplice che i programmi possano cambiare nel corso della giornata. Come mai adesso sono più presente ad Appiano? Era previsto così, perché all’inizio era necessario che svolgessi un master alla Bocconi e che stessi di più in sede per prendere confidenza con tutte le aree della società. A 40 anni è dura imparare l’inglese, quando andavo a lezione con i bambini mi sentivo uno scemo, loro imparavano alla grande, per me era cinese. Adesso spero di parlare meglio inglese, che Thohir in Italiano. Il contratto a termine? Questa è la filosofia di Thohir, mi ha trattato da manager. Quello che mi interessava era sentire la sua fiducia ed essere un veicolo importante per lanciare l’immagine dell’Inter anche a livello internazionale. Comunque era normale, perché Moratti mi conosce da una vita. Lui no. Moratti dice di non contare più nulla? Conta e conterà sempre, lui è molto rispettoso, ma quando c’è da intervenire lo fa.”
Dopo la parentesi societaria si passa al rapporto con Roberto Mancini:
“Con lui mi sento più coinvolto, ma è normale perché ci conoscevamo già. Sembra un altro rispetto ad allora, molto più tranquillo, più consapevole e anche i suoi allenamenti sono cambiati: adesso sono più intensi. Spesso ci confrontiamo e se lo ritiene opportuno parlo anche con i calciatori, è successo soprattutto nei giorni difficili. So cosa significa attraversare certi momenti.Nell’intervista concessa alla Gazzetta dello Sport c’è anche spazio per parlare di alcuni calciatori che attualmente vestono la casacca nerazzurra:
“Ranocchia? Ha dei valori importanti e i compagni lo rispettano per questo, però deve avere più fiducia in se stesso e non farsi crollare il mondo addosso. I compagni lo guardano e il rispetto lo guadagni anche così. Per quanto riguarda Icardi, invece, sta a noi aiutarlo e a lui capire come comportarsi in una grande squadra. La prima cosa, e ci teniamo tanto, è il rispetto per i tifosi. La nostra intenzione è quella di rinnovare il contratto con lui, ma nel calcio non c’è mai nulla di scontato.Kovacic? Lui non deve avere paura di sbagliare, in pochi possono cambiare una partita come sa fare lui. L’Inter conta su di lui, anche se qualche volta va in panchina.Shaqiri? Lui mi ricorda il primo Sneijder, perché pensa la cosa giusta da fare un attimo prima degli altri. Guarin, invece, ha trovato continuità. Gli è servito tempo, ma può succedere, è difficile trovare continuità quando giochi in una squadra che non ne ha.
Parentesi mercato:“Lavezzi e Yaya Touré? Il pocho è un mio amico, ma è difficile che arrivi. Touré non è un mio amico, ma lo prenderei subito. Con lui può pesare molto Mancini, nella scelta di un giocatore è fondamentale poter arrivare dove ti vogliono a tutti i costi.L’ex capitano chiude l’intervista con la pagella alla stagione nerazzurra e parlando dell’ultima gara d’Europa League:“Ci sta farsi riprendere sul 2-2. Meno sul 3-3. Non può essere sempre sfortuna, bisogna lavorare sulla gestione degli ultimi minuti. La stagione dell’Inter? Da sei se chiudiamo quarti o quinti, buona con la semifinale d’Europa League, molto buona se dovessimo vincerla. Arrivare terzi mi sembra complicato, ma la Champions deve essere sempre la nostra frontiera se vogliamo tornare tra le migliori dieci del mondo. Mourinho? Lo sento spesso e mi chiede sempre dell’Inter.”
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