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La Red Bull è finita nelle mani di Hamilton, mentre il Milan è Perez e la Juve Leclerc, anche per affinità aziendali. Lazio, Atalanta e Roma erano e restano in terza fila, dal quinto al settimo posto: effetti del mercato. Ha guadagnato alcune posizioni la Fiorentina che gli acquisti non li ha sbagliati. Salvo rare eccezioni (Udinese-Juve, Juve-Lazio e Juve-Verona), il gioco di Allegri continua a non piacere agli esteti, ovvero a quelli che - al di là delle riconosciute, indiscutibili capacità di Guardiola e Klopp - trascurano volutamente la presenza nel City e nel Liverpool di almeno dieci, dodici tra i primi venticinque fuoriclasse del calcio mondiale. Considerato una sorta di Trapattoni del Terzo Millennio, Allegri ha il difetto di pensare solo a fare punti con le risorse di cui dispone: quando lavorava con Buffon, Ronaldo, Chiellini, Bonucci, Marchisio, Mandzukic, Dani Alves e Higuaìn, faticava molto meno; con Alex Sandro, Miretti, Locatelli, Gatti, Weah e Kostic, è condannato a vincere la naturale pigrizia.
Altro luogo comune facilmente smontabile è quello che lo vuole incapace di migliorare i calciatori: il Kean attuale e il Chiesa avvicinato alla porta, oltre a Rabiot (possono bastare?), non li vedo peggiorati. E non parlatemi di monte stipendi, disponibilità della proprietà o altre cazzate: vi riporto al Napoli di Spalletti, alla Lazio seconda e al Milan scudetto di due anni fa: arrivavano da sotto il monte. PS. Invariata anche la formuletta di settembre: se Max si piazza quinto ha fallito; se quarto, ha fatto il suo; terzo e ha fatto bene, secondo benissimo. Primo, santo subito".
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