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La sta facendo abbastanza, no?
«Prima dell’Europeo era discusso, adesso è il salvatore della patria. Ma a lui scivola tutto addosso: ha 65 presenze in Nazionale e con le altre arriviamo al curriculum di un portiere che ha 34 anni, non 25».
Gigio è fra i più forti del mondo?
«Glielo auguro, ma servirebbe una visione più completa del panorama sudamericano, che non abbiamo. Però i parametri per decidere i migliori di solito sono Mondiali, Europei e Champions. Dunque se stiamo solo all’Europeo, possiamo dire sì; se consideriamo l’ultima annata, nì. Di sicuro ha margini di miglioramento, in particolare sul senso della posizione e il piazzamento su certi cross».
Ma possiamo dire che Donnarumma è un po’ over-criticato e Sommer sottostimato?
«Donnarumma è da tempo più esposto ai giudizi per gli eventi della sua carriera: ragazzo prodigio nel Milan, giovanissimo in Nazionale, via dall’Italia a parametro zero, il Psg... Quella di Sommer è stata più “tranquilla”, diciamo più lineare».
Differenza di stile fra i due?
«Se mi trova fra tutti quelli dell’Europeo due portieri uguali per stile, le pago una cena. Dipende troppo dalle caratteristiche fisiche, anzitutto, e le faccio un esempio: io e Pagliuca abbiamo due centimetri di differenza, ma lui ha il baricentro più basso del mio, dunque era molto più esplosivo».
Ipotesi: sabato si va ai rigori. I precedenti dicono Donnarumma.
«Anche Sommer non è male, ma meglio così: può essere un vantaggio, e non indifferente, a livello di condizione psicologica. Chi tirerà per la Svizzera avrà un pensiero in più: “Devo essere perfetto: adesso come lo tiro?”».
Per chiudere: come ha visto la Svizzera?
«Rognosa, anzi noiosa, non perché gioca male, ma perché ti fa giocare male. Un po’ come l’Austria: magari non ti attizza la fantasia, ma ti fa fare brutta figura. E ha anche giocatori cresciuti tanto, basta guardare l’evoluzione in Italia di Freuler, Aebischer, Ndoye, lo stesso Sommer che arriva da uno scudetto con l’Inter. Fattore da non sottovalutare, ma non credo che l’Italia lo farà».
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