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L’obiettivo principale è quello della seconda stella, anche se l’Europa con il suo prestigio e i suoi incassi bisogna provare a tenersela stretta: Inzaghi — che a gennaio sfiderà ancora Spalletti e Guardiola per il premio Fifa «The Best 2023» — martedì notte ostentava soddisfazione e serenità, ma il suo nervosismo per l’obiettivo sfumato del primo posto e per le (prime) critiche arrivate già nel dopo partita era evidente.
Sotto esame c’è il turnover, che finora è stato la forza dell’Inter, ma nelle due sfide pareggiate contro la Real non ha funzionato fino in fondo. Difficile comprendere l’uscita di Thuram per fare posto ad Arnautovic. L’attacco è corto, perché né l’austriaco né Sanchez danno sufficienti garanzie. E l’Inter ha sofferto anche la scarsa spinta sulle fasce: Inzaghi non cerca alibi, però è un dato di fatto che l’emergenza in difesa, con Bastoni appena rientrato, Pavard, De Vrij e Dumfries ormai prossimi al ritorno, abbia diminuito le opzioni sugli esterni, con Dimarco un po’ scarico e Cuadrado ancora indietro di condizione per poter fare la differenza.
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