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Il criterio che ha ispirato Inter e Juve, Milan e Roma in questo frangente non è molto diverso da quello che ha guidato i dodici club fondatori della Superlega: pensiamo a noi, ai nostri interessi, fregandocene del bene comune. Senza considerare che quegli interessi – gli interessi delle grandi – non possono fare a meno della partecipazione di chi non è altrettanto grande, ma interviene nella stessa competizione consegnandole fascino, entusiasmo popolare, incertezza e, di conseguenza, denaro. Questo non è stato un tentativo di golpe notturno come la clamorosa messinscena del 19 aprile 2021, ci mancherebbe; del resto quanto accaduto allora qualcosa dovrebbe avere insegnato. Oggi – ci auguriamo – nessuno crede davvero che si possa riproporre con successo l’idea della Superlega, avversata non solo dai tifosi, dalle Federazioni e dalla quasi totalità delle società, ma addirittura dai governi europei, nonostante il teorico via libera arrivato dalla Corte di giustizia dell’Unione europea. Ma la mossa di Inter, Juve, Milan e Roma è stata comunque un errore. E la Lega l’ha bocciata: sedici a quattro.
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