Dai fischi ad una missione a centrocampo: l'espiazione di Marcelo Brozovic si presta ad un'ottima narrazione calcistica. La storia di un riscatto, iniziato quell'11 febbraio 2018 in Inter-Bologna quando il croato esce dal campo fra i fischi. Qualche giorno dopo, a San Valentino, Marcelo avrebbe postato una foto della figlia vestita di nerazzurro per tendere una mano ai tifosi. In segno di pace. Le colpe di Brozovic? Superficialità e indolenza che si prendevano a pugni con un evidente talento. Secondo Rivista Undici, che a Brozovic dedica una lunghissima analisi, "era un problema di mentalità ma anche di un concetto errato di calcio: lo viveva come se fosse uno sport individuale. Quindi la partita era un lasso di tempo utile per trovare un lampo geniale, la giocata che l’avrebbe portato di diritto nella categoria dei fuoriclasse. Egoismo. Quando Marcelo l’ha intuito, è cambiato: lui e, insieme, il suo modo di giocare, il suo concetto. Bingo".
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Brozovic ha fatto bingo: è l’unico giocatore in grado di assolvere ad un doppio compito
Rivista Undici ha analizzato la svolta nelle prestazioni del centrocampista croato
"La nuova posizione in campo è diventata un vestito su misura per Marcelo perché è coerente con il compito che gli è stato assegnato da Spalletti: mantenere accesa la luce sulla squadra. Farla girare, per tutta la durata della partita. Così la centralità “fisica” è diventata anche “emotiva”: ora si sente coinvolto nella squadra e determinante per il destino di essa, è passato da un ruolo marginale ed estemporaneo ad essere l’unico vero giocatore insostituibile nell’Inter. Infatti da quella partita contro il Napoli, Spalletti lo ha sempre schierato titolare ad eccezione della partita con il Cagliari di sabato scorso (nell’altra occasione, Atalanta-Inter del 14 aprile, era squalificato)".
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