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Teoricamente dovrebbe essere di passaggio, perché la società intende prestarlo ancora per fargli fare esperienza. Teoricamente, appunto, perché l’arrivo del prescelto portiere titolare, Yann Sommer, è già stato definito una “telenovela”, visto che l’Inter è in ritiro da quasi tre settimane ma il Bayern Monaco tarda a liberarlo malgrado gli accordi.
È vero che il numero uno della nazionale svizzera, grazie ai suoi 34 anni, ha sufficiente esperienza per passare da un campionato all’altro e soprattutto sta già giocando, ma anche il miglior portiere del mondo deve trovare l’affiatamento con i nuovi compagni e per questo il tempo che passa gioca a favore di Stankovic. In fondo ha soltanto cinque mesi meno di Anatolij Trubin, 22 anni oggi, l’ucraino che sembrava la prima scelta per il ruolo di titolare o almeno di “vice”, cinque anni più di Gigio Donnarumma che esordì quando ne aveva 16 in Serie A. Ma soprattutto, per rimanere in casa Inter, ha soltanto un anno meno di quanti ne aveva il grande Walter Zenga che a 22, dopo aver incominciato come riserva di Ivano Bordon, diventò titolare per dodici stagioni.
Subito, o nell’immediato futuro se confermerà le sue qualità, Stankovic potrebbe quindi diventare il primo “figlio d’arte” interamente nerazzurro nella storia dell’Inter, persino più di Sandro Mazzola, erede di Valentino del “Grande Torino”. Senza scomodare i miti del passato, già adesso potrebbe invece essere il terzo “figlio d’arte” che si affaccia in questa estate, dopo Timothy Weah alla Juventus e Marcus Thuram dietro al quale giocherà oggi. E se non sarà di passaggio, rappresenterà proprio lui la sorpresa più bella per l’Inter dopo quella più brutta offerta da Lukaku. Perché nemmeno Simone Inzaghi poteva immaginare che nel primo giorno del mese in cui incomincerà il campionato il nuovo portiere nerazzurro si chiamasse Stankovic.
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