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LONDON, ENGLAND - FEBRUARY 04: Italian Prime Minister Giuseppe Conte speaks during the launch of the UK-hosted COP26 UN Climate Summit, being held in partnership with Italy this autumn in Glasgow, at the Science Museum on February 4, 2020 in London, England. British Prime Minister Boris Johnson will reiterate the government's commitment to net zero by 2050 target and call for international action to achieve global net zero emissions. The PM is also expected to announce plans to bring forward the current target date for ending new petrol and diesel vehicle sales in the UK from 2040 to 2035, including hybrid vehicles for the first time. (Photo by Chris J Ratcliffe-WPA Pool/Getty Images)
A dire la sua sull'ipotesi Superlega ci ha pensato anche l'ex premier Giuseppe Conte. Questo il suo pensiero espresso tramite il profilo Facebook ufficiale:
Oggi tanti appassionati di calcio si trovano spaesati, amareggiati. Immagino alcuni anche arrabbiati. Di sicuro si sentono depredati del sogno più bello che lo sport riesce a disseminare in ogni angolo del pianeta: la possibilità che la propria squadra del cuore - non fa niente se piccola, priva di blasone e con scarsi mezzi finanziari - possa sovvertire i favori dei pronostici e riuscire a prevalere su un prato verde, come fu per Davide contro Golia.
I campi di calcio, da quelli di terriccio nascosti in periferia fino ai grandi palcoscenici mondiali, sono motore di cambiamento e di aggregazione, fonte di speranza e di tante legittime aspirazioni per i giovani, sia che vivano nei grandi centri urbani sia che vivano in paesini in cerca di riscatto. Ma lo sport, prima di tutto, è strumento di inclusione e fattore che cementa le relazioni umane.
Non viviamo fuori dal mondo e siamo consapevoli che, a certi livelli e in certi settori, anche lo sport diventa business, per cui si coagulano interessi economici che impongono di rendere pienamente sostenibili gli investimenti fatti. Ma la remunerazione degli investimenti va cercata rispettando i valori alla base dello sport, non stravolgendone completamente il significato.
Chi oggi lavora per realizzare il progetto della Superlega e persegue una logica elitaria che prescinde dalla qualità del gioco, dal merito sportivo e dallo spirito di solidarietà, sappia che ci vedrà caparbiamente “contro”, come appassionati di calcio e come sportivi.
Chi uccide il principio di una sana e aperta competizione sportiva per abbracciare ciniche ragioni contabili, si assume il grave rischio di spegnere la magia del calcio e la passione che esso suscita, perché come ha osservato Papa Francesco “dietro a una palla che rotola c’è quasi sempre un ragazzo con i suoi sogni e le sue aspirazioni”.
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