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Si sente un riferimento?
—«Sì e non mi mette pressione. D’altronde Galliani mi aveva spiegato in estate che mi avevano scelto anche per questo motivo».
Cosa le piace di Palladino?
—«L’idea di essere una squadra che si deve salvare, ma che affronta ogni avversario portando avanti le proprie caratteristiche. E anche senza il Papu e Caprari, che ci mancano tantissimo, non ci si piange addosso».
Dopo l’ottimo campionato della scorsa stagione, che torneo è questo per il Monza?
—«Un campionato più complicato perché ti conoscono: confermare le aspettative è più difficile che stupire».
Quanto conta la testa per diventare un calciatore?
—«La testa è fondamentale per ricercare l’equilibrio utile in ogni momento della carriera».
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