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"Il ministro per lo Sport aveva spiegato che abolire il decreto in questo modo avrebbe creato problemi a un comparto, il calcio di Serie A, in sofferenza sia per gli effetti del Covid sia per la concorrenza spietata di altri campionati che vantaggi fiscali li hanno o li hanno avuti. Abodi non era contrario al superamento del Decreto Crescita, ma non voleva che le modalità fossero quelle poi scelte. Anche perché, secondo il ministro, mantenerlo per due mesi non avrebbe avuto un costo esorbitante (circa venticinque milioni) e al tempo stesso avrebbe consentito di valutare con più tempo a disposizione le conseguenze dello stop. Dalla sua parte c’erano la Lega Serie A e tutti i club. Non è stato sufficiente", aggiunge il quotidiano.
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