Una vecchia battaglia legale tra Wanda Nara e Maxi López si è conclusa aprendo un insolito dibattito sulla libertà di espressione. Una vicenda che dal tribunale di famiglia è arrivata al Pubblico Ministero, passando per il Tribunale di Buenos Aires. Maxi Lopez aveva chiesto la "censura mediatica" presso il Tribunale di San Isidro, che aveva ordinato a Wanda Nara di astenersi dal diffondere o divulgare con qualsiasi mezzo di comunicazione tutte quelle notizie che potevano riguardare la loro separazione, il loro matrimonio, la famiglia e i figli. L'ordinanza prevedeva, in caso di mancato rispetto della stessa, sanzioni (multe in denaro) con conseguente comunicazione al sistema di giustizia penale e notifica a tutti i media. Wanda ha impugnato la decisione e ora il procuratore della Corte Suprema di Giustizia della Nazione, Víctor Abramovich, ha ritenuto che vietare a una persona di parlare di questioni familiari ai media costituisca una censura preventiva. Quella cosiddetta "censura mediatica" era stata autorizzata dalla Corte Suprema della provincia di Buenos Aires, nella querela che Maximiliano Lopez aveva presentato contro la sua ex moglie, Wanda Nara.
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Per il pubblico ministero questa misura ha la portata di una censura preventiva: è stata emessa in difesa del diritto alla privacy e pensando all'interesse dei minori, ma senza l'analisi del loro impatto specifico nel caso, né l'armonizzazione di tali diritti e principi con la libertà di espressione. Il rappresentante del Ministero pubblico ha quindi sottolineato che questa misura impedisce il processo espressivo prima che sia stato sviluppato, il che implica una censura preventiva vietata dagli articoli 14 della Costituzione nazionale e 13 della Convenzione americana sui diritti umani. Ha ricordato che la Corte Suprema di Giustizia della Nazione, nel giudizio "Rodriguez" (337: 1174) ha ribadito che qualsiasi restrizione, sanzioni o la limitazione della libertà di espressione devono essere interpretate restrittivamente e, di conseguenza, questa ordinanza con censura preventiva soffre di una forte presunzione di incostituzionalità. Ha anche sottolineato che l'Alta Corte ha riconosciuto che questo divieto di censura deve tradursi in casi assolutamente eccezionali. Abramovich ha concluso che la corte superiore provinciale ometteva di verificare se nella causa i bilanci richiesti dalla Corte suprema fossero stati configurati per consentire eccezionalmente una misura di tale portata. Ha aggiunto che tale risoluzione non ha indagato se ci sono altri rimedi procedurali meno onerosi per proteggere il miglior interesse dei bambini: "Per la concessione di misure di questo tipo non è sufficiente considerarlo adeguato, ma occorre dimostrare che è strettamente necessario". Wanda Nara si è limitata a ritwittare un giornalista argentino che aveva condiviso la notizia.
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