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Felipe Melo ha rilasciato nei giorni scorsi un'intervista a SkySport nella quale aveva spiegato che se non avesse fatto il giocatore avrebbe potuto avere un destino diverso e rischiare di diventare un criminale. Quelle frasi le ha spiegate meglio su Facebook: "So che alcune persone devono essersi scioccate per la mia dichiarazione che se non fosse stato un giocatore, sarei un assassino, ma mi spiego. Ho concesso l'intervista ad una tv italiana, parlando in italiano e in quel momento non mi veniva bene la parola. Volevo dire, in realtà, che se non fossi stato un giocatore, potevo finire nel mondo del crimine, perché non ci sono molte possibilità nella comunità di São Gonçalo, dove vivevo quando giocava nel Flamengo. Ma non avrei mai il coraggio di uccidere nessuno. Assassino, sicuramente non sarei diventato. Però ci sono altri aspetti che oltre al calcio hanno influenzato il mio modo di essere, la mia fede in Dio. Vengo da una famiglia cristiana e porto Dio nel cuore. Ho fatto tanti errori, ma non mi sono mai drogato, odio le sigarette, ho sempre rispettato il mio corpo e quindi sono arrivato a questa età a giocare ancora ad alti livelli. Sono felice di essere uno dei titolari dell'Inter e non ho intenzione che niente rovini questo momento. Mi sono solo espresso in maniera sbagliata. Non sono uno a cui piace perdere, sono molto determinato in campo, ma sono un ragazzo buono che ama sua moglie e i suoi quattro figli. Essere competitivo mi ha portato dove sono".
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