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il Giornale – Milano ha annebbiato la bravura di Spalletti. I precedenti preoccupano…

Francesco Parrone

 

"Dunque dove sta il problema? Nel tecnico o nella squadra? San Siro ha già risposto con uno striscione: Testa bassa e vincere!. Sui social è già cominciato il tiro a segno contro l'allenatore: Dimettiti!, dice il pensiero più diffuso. Ma che dire dei calciatori? Basti ripensare ai gol subiti contro il Torino o alla fragilità mostrata dal centrocampo, quasi mancassero forze fisiche o capacità di fare interdizione seria. E che dire di un Icardi completamente perso nell'aiutar la squadra, senza più preoccuparsi del colpo del ko.

Poi ha ragione chi non capisce se l'Inter giocherà con difesa a tre, magari infilandoci Miranda, oppure varierà a seconda delle tempeste. E che dire di Lautaro Martinez? Un giorno leone e titolare e l'altro in campo solo due minuti. Questi dubbi fanno convergere domande sull'allenatore. Spalletti ha qualità, conosce il calcio come le sue tasche. Eppure a Roma, come a Milano, l'abbiamo visto andare in fuori giri quando le difficoltà montano, i risultati non arrivano e, magari, lo spogliatoio non è compatto. All'Inter ha gestito con più facilità di quanto gli sia capitato a Roma (vedi Totti e poi). Però già alla seconda giornata, e al solo punto conquistato, ha dato segnali di tensione, nervosismo per domande ovvie. Milano ha fatto diventare capelli bianchi a tanti allenatori. Spalletti ha la fortuna di non averne, ma le statistiche ricordano che solo due tecnici fecero un punto nelle prime due gare (Radice addirittura nessuno) ed erano Gasperini e De Boer. Tutti sanno come sia finita la storia: quelle Inter non andarono oltre il quarto posto. Ma forse Spalletti è più bravo dei due sfortunati che lo hanno preceduto".

 

(Fonte: Riccardo Signori, il Giornale 28/8/18)

 

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