01:25 min

ultimora

Inter, aveva ragione Guardiola. I segreti della prova maiuscola di Manchester

Daniele Vitiello Redattore/inviato 
L'analisi dell'inviato di Fcinter1908.it dopo il pareggio ottenuto dai nerazzurri all'esordio stagionale in Champions League

L'atmosfera era di quelle davvero affascinanti. Una notte di Gala, per il meglio che il panorama europeo possa offrire in questo momento. Di fronte all'Etihad Stadium c'erano due squadre costruite con mezzi ovviamente differenti, ma che oggi per qualità di gioco sono incredibilmente più vicine di quanto si possa credere. Con il potenziale di cui dispongono, ovviamente. Con vizi e virtù di chi naviga nell'opulenza più totale e chi, al contrario, continua a limitare i danni ogni maledetta sessione di mercato.

180', di cui 90' in una finale di Champions, sarebbero stati più che sufficienti per lasciare emergere una disparità di valori che invece non si è praticamente mai vista. Il motivo? La forza spaventosa di un contesto che a Istanbul come ieri ha lentamente, ma inesorabilmente, eroso le convinzioni di chi a prescindere avrebbe dato sempre e comunque per spacciati i nerazzurri. L'Inter ha venduto cara la pelle, ma non si è trattata soltanto di una questione di cuore. In campo Inzaghi è riuscito a mettere tanto altro nella ricetta che ha riservato per quel Pep Guardiola da cui più volte ha detto di aver preso ispirazione.

La consapevolezza del percorso di questi anni, passato anche attraverso la cocente delusione di Istanbul, è stata la base solida sulla quale Inzaghi e i suoi ragazzi hanno poggiato l'ambizione di guardare anche le regine d'Europa occhi negli occhi. Senza imbarazzo, proprio come aveva fatto capire in conferenza stampa alla vigilia. Raccogliendo il guanto di sfida di Pep.

Il pareggio di eri è un altro fondamentale mattoncino. Solo i più ingenui sottovaluteranno l'importanza di tale tassello nel mosaico di Inzaghi, pronto a rientrare a Milano con il bagaglio rimpinguato di motivazioni e convinzione. Servirà anche questo per non sottovalutare un avversario sì all'angolo, ma che con la forza della disperazione cercherà il jolly per tirarsi fuori dal baratro.