Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'attaccante del Milan Rafael Leao ha parlato del suo momento e del rapporto con Ibra dirigente
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Leao: “Ibra? Ora lo posso chiamare in qualsiasi momento. Tutti i giocatori nuovi mi piacciono”
Quindi questo è un momento felice nella vita di Rafa Leao?
«Sì, uscire ai quarti all’Europeo è stato un momento difficile ma quella resta una bella esperienza. Le vacanze in famiglia poi mi hanno fatto bene: invece di venire qui in New Jersey da Miami, sono passato dal Portogallo per vedere i miei parenti. Sono loro che, nei momenti bassi o in quelli belli, mi stanno vicino. Ora sono carico per la stagione, sono felice di rivedere i compagni e fare un’altra stagione con questa maglia. Con quasi tutti sono rimasto in contatto, Florenzi mi ha chiesto: “Ti stai allenando?”».
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Non è che Rafa Leao è troppo buono e, per questo, segna poco, ha poco istinto da killer in area?
«Quando ero piccolo, mi piaceva dribblare e fare assist. Guardavo tutti, soprattutto Xavi e Iniesta che facevano passaggi di 30 metri, o anche solo di 5 per mettere un attaccante davanti alla porta. Non sono egoista. I miei preferiti sono sempre stati Ronaldinho, CR7 allo United, tutti quelli che facevano giocate o passaggi incredibili. Io mi vedo così, porto qualcosa di diverso».
E i gol?
«Il calcio adesso è solo numeri, è chiaro che i numeri sono importanti ma non valorizzano più i talenti. Chi non riesce a fare un passaggio ma segna 30 gol viene messo sopra a tutti, anche a chi porta qualcosa di diverso. Il calcio però è dare spettacolo e vincere, per quello ci vengono a vedere».
Insomma, non vedremo mai Leao da numero 9.
«Io voglio fare più gol, è chiaro: cercherò di fare tutte e due le cose, le giocate e i gol. In campo posso adattarmi, posso giocare vicino all’attaccante ma ora, con un calcio più tattico, le squadre si mettono dietro e occupano molto la zona centrale. Non gioco da anni spalle alla porta e ho bisogno di spazio, di guardare tutto il campo. Non mi vedo giocare presto da centravanti».
Si è scritto molto dell’incontro con Fonseca in Portogallo, prima dell’Europeo. Qual è stata la prima impressione?
«È una persona diretta, molto, fa vedere subito quello che vuole. Le sue squadre hanno giocato sempre un bel calcio e per gli attaccanti è top: mi vedo bene con lui e anche i compagni sono contenti. Gli allenamenti sono molto intensi, sempre con la palla: secondo me abbiamo già capito tutte le sue idee di gioco, sarà bello. L’identità del Milan storicamente è con la palla e qui tutti i giocatori sono coinvolti nel possesso: secondo me è l’allenatore giusto».
Richieste personali?
«Mi chiede di stare largo, cercare la palla, fare uno-due per arrivare vicino all’area».
In area questa volta ci sarà Morata: è l’acquisto giusto o sarebbero stati meglio altri?
«Morata e Giroud sono due campioni: uscito uno, ne è entrato un altro. Giroud ha fatto la storia del Milan ma conosco bene anche Morata, è un attaccante che lavora ed è molto mobile, sarà bello per noi altri attaccanti. Speriamo faccia anche tanti gol».
Ibra. Vi parlate molto, ora che è dirigente?
«Quando giocavamo l’amicizia era diversa, lo avevo sempre al mio fianco. Ora se ho bisogno, so che posso chiamarlo a qualsiasi ora. È una delle persone che possono portarmi a un altro livello».
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