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"Lukaku aveva dato la parola all’Inter. A tutti, privatamente ma anche pubblicamente, aveva garantito la sua voglia di restare. Si era persino detto disponibile a ridursi l’ingaggio, pur di restare in nerazzurro. Ai compagni non aveva mai paventato la possibilità di un finale diverso da un suo ritorno a Milano, stavolta in maniera definitiva. In realtà, segretamente pensava altro. Covava altri ragionamenti. E così, quel fatidico 14 luglio, quando l’Inter ha provato a contattare lui direttamente oltre all’avvocato Ledure, il belga si è negato. Non ha risposto al telefono, né ai dirigenti nerazzurri - su tutti il direttore sportivo Piero Ausilio - e neppure a tutti i compagni che hanno provato a raggiungerlo, in primis l’amico e capitano del club Lautaro Martinez.
Quando poi il contatto si è materializzato, nelle ore successive, l’Inter ha saputo dell’inserimento della Juventus e, peggio ancora, del gradimento del belga nei confronti della possibilità bianconera. Ancor di più: è in quella sede che l’Inter ha scoperto che l’attaccante trattava da tempo con la Juventus, dopo aver pure flirtato con il Milan. Il tutto, ancor prima della finale di Champions a Istanbul. E allora niente da fare".
"L’Inter si è sentita tradita. I compagni di squadra si sono sentiti presi in giro. E lo stesso vale per il presidente Steven Zhang, che credeva di avere un rapporto speciale con il belga. Proprio per questo il presidente aveva autorizzato un investimento molto alto per un giocatore non più giovanissimo: in fondo, più una scelta di cuore che di prospettiva. Il voltafaccia ha colpito Zhang. E in generale, ha segnato un confine non più valicabile. Perché poi nei giorni successivi, in maniera indiretta, Lukaku ha provato a lanciare segnali per una possibile ricucitura. Non un vero e proprio pentimento, ma un sondaggio per capire se sarebbe stato ancora possibile lasciarsi aperta la porta nerazzurra.
Quella porta era ormai chiusa. Chiusa da Zhang, appunto. Chiusa dai dirigenti. Chiusa soprattutto dallo spogliatoio: non c’è un calciatore, da Lautaro in giù, che avrebbe vissuto bene una retromarcia di Big Rom. Perché sarebbe stata la seconda nel giro di due anni, dopo l’addio - anche quello traumatico - dell’estate 2021. E la cosa avrebbe peraltro messo in difficoltà lo stesso Inzaghi, che aveva messo proprio la conferma di Lukaku in cima ai suoi desideri per la squadra 2023-24. Pensa che strano: Romelu, tra i motivi del suo voltafaccia, ha fatto filtrare le lamentele sulla gestione di un tecnico che invece avrebbe fondato su lui la sua terza Inter. Incongruenze di una storia finita malissimo", spiega Gazzetta.
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