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In occasione del compleanno di Mourinho, l’ex difensore dell’Inter Marco Materazzi ha voluto scrivere una lettera per il portoghese
C’è chi dice che a 60 anni si comincia a diventare vecchi: mi viene da ridere. Magari prima o poi diventerai vecchio anche tu, e non sono neanche così sicuro, ma hai la faccia ancora troppo furba per essere uno che si fa fregare dagli anni. Tu non hai mai fregato nessuno, se non chi lo meritava: a pensarci bene neanche a me, quella volta che mi hai fatto un cazziatone pazzesco perché me ne sono andato dall'allenamento e ho lasciato la mia squadra in inferiorità quando la partitella doveva ancora finire. Avevo segnato un gol meraviglioso, pensavo avessi detto che valeva il classico golden gol: invece avevi deciso che quel giorno si andava avanti, ma io ero troppo gasato e avevo fatto il fenomeno, tipo "dopo un gol così non può succedere nient'altro, tutti a casa".
Il problema è che ci facevi sentire troppo forti: tutti e più forti di tutti. Quandotre giorni prima della finale di Coppa Italia, e non era ancora finita Lazio-Inter, sei venuto da me in panchina e mi hai detto all'orecchio "Guarda che fra tre giorni tocca a te, sei pronto per la Roma?", mi hai fatto venire voglia di giocare cinque minuti dopo: volevo spaccare il mondo. Ci hai cambiato la testa, il modo di lavorare, la carriera e anche la vita e hai avuto solo un torto: ci hai allenato per troppo poco tempo, insieme potevamo vincere ancora chissà quanto. Ma ci ho riflettuto dopo, anche se per un po' ho pensato il contrario: non ci hai fregato neanche quando te ne sei andato al Real Madrid. Perché tu sei così, e sono sicuro che sei così, identico, anche oggi, anche a 60 anni: devi avere dentro un fuoco sempre acceso. Per questo, quando per due settimane prima della finale di Champions sono entrato tutti i santi giorni nel tuo ufficio, e tutte le volte ti ho pregato in ginocchio di restare all'Inter, mi hai "risposto" sempre allo stesso modo: lo sguardo di chi non voleva farmi male, ma neanche prendermi in giro.
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