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Visto da questa angolazione, dunque, il compito di Massimiliano Allegri sembra farsi sempre più proibitivo. È vero che il tecnico livornese ha più volte indicato nel ritorno in Champions l’obiettivo stagionale del club, ma quando ti chiami Juve le attese sono altissime, soprattutto se il campo dice che resti comunque l’avversario più credibile della locomotiva nerazzurra. Ma quali possono essere le reali prospettive bianconere? La Juve di Max può reggere il confronto fino alla fine, per dirla col motto di famiglia, o l’Inter può davvero replicare il cammino del Napoli?
Sempre rischioso mettersi a fare Nostradamus... Ma alcuni dati si possono analizzare per avvalorare la tesi che la Juve è viva e che la storia di questo campionato non è già scritta. Un primo elemento di riflessione ci arriva dalla circostanza che i bianconeri sono l’unica squadra contro i quali l’armata di Inzaghi si è dovuta fermare: Milan, Napoli, Atalanta, Roma, Lazio, tutte le altre abituali frequentatrici dell’alta classifica si sono dovute inchinare ai nerazzurri. La Juve, poi, ha la seconda migliore difesa del campionato: 10 gol subiti, contro i 7 della “solita” Inter, di cui 4 incassati in una sola gara (quella con il Sassuolo). «Siamo granitici», ha avuto modo di dire Allegri per sottolineare la solidità della sua squadra.
Una compattezza che, a nostro parere, Max ha cercato volutamente come valore fondativo di questa sua ottava creatura bianconera: non possedendo, soprattutto in mezzo al campo, fuoriclasse paragonabili a quelli diretti in passato, Allegri è come se avesse spiegato ai suoi: stiamo uniti, lottiamo uno per l’altro, aiutiamo il compagno che ci sta accanto come se stessimo proteggendo il bene più prezioso, e poi vediamo se riusciranno a farci gol... Dunque un valore etico, prima che tecnico, in grado di dare coraggio e produrre entusiasmo, generando un circolo virtuoso. Poi c’è il discorso legato al calendario: l’Inter giocherà più partite, a cominciare da gennaio, quando sarà impegnata nella Supercoppa allargata dalla nuova formula. E, sempre in argomento, siamo convinti che anche alla Continassa siano stati felici per il sorteggio Champions che ha messo sulla strada degli eterni rivali l’Atletico del Cholo Simeone: gli spagnoli sono tosti, per carità, ma non sono un avversario impossibile, dunque l’Inter può ragionevolmente sperare di passare il turno, allungando così il suo cammino e aumentando gli impegni...
Uno dei mantra di Allegri è che gli scudetti si decidono tra marzo e aprile, guarda caso quando anche la Champions entra nel vivo. Sappiamo che l’Inter quest’anno ha come primo obiettivo la doppia stella, ma è pur sempre finalista uscente della coppa più importante: l’impegno sui due fronti dà un enorme prestigio e spalanca orizzonti da sogno, ma resta estremamente dispendioso, soprattutto quando devi districarti tra le insidie di un campionato che - in particolare da un certo punto in poi - dissemina trappole a ogni giornata. Dal punto vista juventino, è legittimo sperare che la corazzata di Inzaghi, spendendo energie sui due fronti, possa ritrovarsi a corto di munizioni. A patto, naturalmente, di restare nella sua scia...
E qui veniamo all’ultimo fattore cui possono aggrapparsi gli juventini: i precedenti. Nella storia del nostro campionato, rarissimamente è accaduto che una squadra impegnata in un testa a testa con la Juve alla fine l’abbia spuntata. Inter, Milan, Napoli, Fiorentina, Roma, Lazio, sono in tanti ad avere brutti ricordi... Ovviamente in casa Inter lo sanno benissimo e siamo certi che sfrutteranno ogni occasione per levarsi di dosso prima possibile lo scomodo compagno di viaggio: in questo senso, l’ultima giornata è stata come un mini-break nel tennis. Ad Allegri e ai suoi, per restare in tema, il compito di rimanere aggrappati al match: poi, giù il cappello di fronte a chi vincerà il braccio di ferro.
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