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La Fifa aveva provato ad aprire un tavolo con Apple proprio per quella cifra, ma a luglio la discussione si è arenata. A distanza di mesi, e dopo un’estate non semplice, ormai è chiaro: arrivare a quella cifra dalla commercializzazione dei diritti televisivi sarà un’impresa sostanzialmente impossibile: anche nella migliore delle ipotesi, la Fifa dovrebbe sperare di raccogliere dalle tv europee la metà del miliardo necessario. E considerato che il mercato televisivo europeo è quasi esclusivamente ristretto ai broadcaster che trasmettono in Inghilterra, Spagna, Germania, Francia e Italia, vorrebbe dire trovare accordi da un centinaio di milioni per ogni Paese.
Per questo, quella discussione decisamente animata tra Nasser e Gai nel corso di una riunione tra Eca e Fifa: alcuni club già minacciano di disertare il Mondiale per club, se la Fifa non sarà in grado di garantire gli 800 milioni promessi: per ora, solo una minaccia. Ma sufficiente a convincere la Fifa a cercare un partner diverso. E visti i rapporti dello stesso Gai, ma anche del presidente Infantino, è stato quasi ovvio aprire un tavolo con l’Arabia Saudita. Solo ad aprile Aramco, il colosso energetico di Riad, è diventato partner globale della Fifa: da lì, è la convinzione degli uomini di Zurigo, possono arrivare sponsor interessati a investire nella manifestazione. Ma è una corsa contro il tempo, visto che a dicembre, tra meno di cento giorni, è previsto il sorteggio del nuovo Mondiale: società come il Flamengo hanno già investito parte degli incassi promessi.
"L’8 ottobre è in programma l’assemblea generale dell’Eca ad Atene e nessuno nega che il Mondiale per club possa diventare uno degli argomenti di discussione tra i maggiori club europei, visto che molti di loro hanno un biglietto per il torneo americano di giugno ma ancora non sono certi di quanto valga davvero", scrive il quotidiano.
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