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Miralem Pjanic, centrocampista della Juventus, si prepara ad affrontare il derby. In un'intervista alla Stampa ha parlato del Torino, dello scudetto e delle avversarie, che faranno di tutto per impedire ai bianconeri di vincerlo:"La vera differenza tra la Juve e la concorrenza? È nella testa, nella voglia, nella volontà e nella fame che abbiamo,
di andare oltre. Anche se le altre squadre, Roma, Milan, Inter e Napoli, soprattutto, hanno tantissima qualità e possono pensare di vincere lo scudetto. Potremo fare la differenza con la nostra regolarità, solidità e volontà: se molli un po’, le altre si avvicinano. Come dico sempre, se hai vinto l’anno prima, sei il favorito e non ti puoi nascondere. Ma è un campionato aperto: del resto, ci aspettano tutti, da anni".
Ljajic - "Sono molto amico con Adem: ci vediamo spesso, e gli voglio veramente bene, spero faccia una grande stagione. Che giocatore è? Di talento, che ha sempre dimostrato, tra le linee fa la differenza. Insomma, un grandissimo giocatore: l’unica cosa che gli serve è la continuità, di segnare ed essere decisivo, come sta facendo. Al giorno d’oggi contano i numeri. Chi tira meglio le punizioni? Lo deciderete voi. Mihajlovic? Guardavo sempre le sue punizioni, fantastiche: con quell’interno piede a giro, e con grande forza. Uno specialista, da ammirare e imitare.
E come allenatore? Mi piace anche in panchina, per quel che sta dando al Toro: energia e forza, le sue squadre
hanno qualità".
Che cosa ha imparato alla Juve? "La cultura difensiva, il saper vincere diversamente e, a volte, semplicemente per 1-0, giocando pure male. Forse a Roma c’era la priorità di giocare sempre bene, di provare a vincere, e
di prendere gol. Qui l’importante è non prenderlo, perché uno lo facciamo sempre".
100 milioni per Belotti? "Sta facendo un buon campionato, ma cento milioni sono tantissimi. Soprattutto quando penso che li valeva Cristiano Ronaldo, uno che segna due-tre gol a partita. E di quel livello ce ne sono due: lui e Messi. Dopodiché, il mercato è decollato. Però, sono tanti».
(La Stampa)
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