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Come vede l’Italia?
«Bene. Negli ultimi anni siete andati avanti ad alti e bassi molto pronunciati, due Mondiali a casa e in mezzo la conquista dell’Europeo, ma resta una nazionale competitiva. È vero che avete cambiato allenatore, ma le caratteristiche restano quelle: solidità, e, ripeto, grande competitività. Una squadra le cui partite raramente sono ricche di gol e che va rispettata: io penso che l’Italia sia tra le candidate al titolo».
E il gruppo con Croazia e Albania?
«Tostissimo. Anche con la Croazia abbiamo giocato all’Europeo e alla Nations, ed è un rivale complicato. E l’Albania va presa con le molle. Ripeto, sarà dura».
Vi sentite favoriti?
«Magari non siamo favoriti ma sappiamo dove possiamo arrivare e andiamo in Germania per fare l’ultimo passo verso l’alto. Dobbiamo correre come una squadra provinciale e fare più degli altri. Con questa mentalità possiamo fare grandi cose: noi andiamo all’Europeo con l’idea di vincerlo, e sappiamo che abbiamo i mezzi per farlo. Questa è la nostra ambizione. Noi nello spogliatoio pensiamo di essere la squadra migliore e se ci guardiamo in giro non vediamo nazionali molto superiori a noi. A me sembra che ci sia un grande equilibrio nel calcio attuale e che si vince per dettagli. Questi sono tornei di momenti, penso ai rigori contro l’Italia di 3 anni fa, e noi siamo concentrati per saperli dominare».
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