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L’Atalanta ha battuto il Bayer Leverkusen che non perdeva da cinquantuno partite e lo ha fatto dominando il campo dal primo all’ultimo minuto. Non ha mai pensato di affidarsi al catenaccio e al contropiede, ha attaccato, si è difesa facendo un passo in avanti, aggredendo gli avversari e chiudendo loro gli spazi di gioco. In questo modo ha messo al tappeto la squadra tedesca e poi ha avuto la forza di non concederle di rialzarsi. Perché noi italiani, di solito, appena segniamo un gol, ci mettiamo tutti dietro a protezione della nostra area. L’Atalanta, invece, no: ha insistito nella metà campo avversario, ha pensato a fare il proprio gioco senza preoccuparsi troppo di chi le stava di fronte. E ci si può comportare così soltanto quando si hanno parecchie conoscenze.
Terminata la partita la cosa che mi è rimasta dentro è stata una sensazione di allegria. Non mi capita spesso quando mi metto a guardare le sfide delle squadre italiane. E per questa ragione voglio ringraziare Gasperini e i suoi ragazzi.
Quello che mi piace dell’Atalanta, ed è l’aspetto più innovativo di questa squadra, è che gioca in undici. Significa che tutti partecipano, che tutti sono dentro al progetto, che tutti lavorano in nome del collettivo. Spesso, invece, le squadre italiane, chiudendosi in difesa, regalano due o tre uomini agli avversari. Questo con l’Atalanta non accade, e alla lunga fa la differenza. Ultimo aspetto da considerare è che i bergamaschi vincono puntando sui giovani, sul loro entusiasmo, sulla loro volontà, e in questo modo rispettano i bilanci. Non è un dettaglio. A Bergamo conoscono il metodo e grazie a questo metodo riescono a divertire, a innovare e pure a rinnovarsi. Chapeau!
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