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Saviano: “Con l’Inter gara chiave, ma la squadra che temo di più è il Milan”

Saviano: “Con l’Inter gara chiave, ma la squadra che temo di più è il Milan” - immagine 1
il regista e scrittore Roberto Saviano, grande tifoso de Napoli, ha parlato della grande sfida con l'Inter e della lotta scudetto

Andrea Della Sala

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, il regista e scrittore Roberto Saviano, grande tifoso de Napoli, ha parlato della grande sfida con l'Inter e della lotta scudetto:

Le piace questo Napoli?

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«Moltissimo, per lo spirito con cui gioca. Si vede che si diverte, che è un gruppo in armonia. Non c’è un leader che detta la sua linea e comanda. Sono rappresentate tantissime nazionalità, lo spogliatoio trasmette l’idea di comunità. Io lo vedo come un Napoli internazionalista, accogliente e libertario, contro il populismo scontato dell’individualità».

Spalletti ha dei meriti.

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«Mourinho e Zeman? No, il vero filosofo del calcio è uno solo: Luciano Spalletti. Non a parole, ma nell’applicazione di un’idea. Ha imposto la sua ossessione per il gruppo, con alternanze tipo Raspa-Simeone che mantengono tutti in equilibrio. Ha costruito una squadra vera, è l’anti CR7, l’anti-Messi».

Il giocatore preferito?

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«Kvaratskhelia. Mio padre me lo aveva segnalato prima che ci pensasse il Napoli. Lo aveva visto nell’Under 21. Mi piace perché non ha la faccia del calciatore, ma di un bambino timido che gioca in strada. E poi perché giocava in Russia, e alla scoppio della guerra è tornato in patria, anche a costo di perdere le chiamate dei ricchi club tedeschi. Il Napoli è stato bravo a inserirsi. Per me Kvara è uno che ha detto no a Putin, anche se non parla mai delle pressioni subite quand’era al Rubin Kazan».

Osimhen?

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«Mi entusiasma anche lui. Quando lo picchiano, i napoletani dicono “Bbuono...”, cioè “Meglio così”, perché sanno che così si carica. Anche lui ha una corsa allegra, da ragazzo di strada, va in fuorigioco per troppa passione. La maschera lo ha reso più iconico. Kim mi ha fatto impazzire quando ha chiesto scusa dopo un errore contro l’Udinese. Dovremmo ringraziarlo e lui chiede scusa».

Cosa teme da qui allo scudetto?

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«Da tifoso: che non ce lo facciano vincere... Che si metta in moto la grande macchina che spinge le squadre del Nord. Seconda paura: come ripartiremo dopo il Mondiale. C’è solo una cosa peggiore degli infortuni: stare fermi. Con l’Inter, gara chiave, scopriremo se siamo quelli di prima».

Chi teme di più?

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«Il Milan per me è l’avversario numero uno. Forse per i miei antichi incubi da bambino che temeva Gullit e Van Basten. La Juve mi preoccupa meno. Credo che sarà frenata dai problemi societari».

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