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Nell’ultimo Europeo l’Italia con Bonucci e Chiellini aveva una corazza. Ora come siamo messi?
—«A loro aggiungerei il ricordo di Cannavaro, Materazzi e Nesta al Mondiale 2006... L’Italia ha sempre costruito le sue imprese grazie a grandi difensori e credo che il numero di convocati di Spalletti nel pacchetto arretrato ci dia una misura dell’attenzione riposta in lui su questo tema. I nostri ragazzi sono individualmente di valore, devono solo giocare insieme e accumulare “battaglie” di campo dove crescere singolarmente e come reparto. Ma io sono fiducioso sia per le loro qualità, sia per il valore del “manico” che li dirige».
Spalletti con l’Albania ha optato per tre mancini: Calafiori, Bastoni e Dimarco: l’ha sorpresa?
—«E se pensiamo che è rimasto fuori anche Buongiorno... Direi che vedere elementi di piede forte sinistro sarà una costante in questo Europeo. Mi è piaciuto tantissimo il modo con cui l’Italia ha affrontato tatticamente la gara, costruendo a tre con Di Lorenzo e Calafiori a “spingere palla” ogni volta che avevano spazio e Bastoni “promosso” con il forfeit di Acerbi a leader centrale difensivo dei tre. Il tutto con l’abilità della stessa linea di ricomporsi e tornare a 4 in fase di non possesso con l’arretramento di Dimarco nel ruolo di terzino sinistro e lo scivolamento di Di Lorenzo nel ruolo che ricopre nel Napoli più largo a destra. Tutto ciò, oltre che per avere un pacchetto più difensivo e più solido, anche per non coinvolgere il nostro giocatore di maggiore qualità nell’uno contro uno, cioè Chiesa, in rincorse difensive che non gli appartengono e che gli avrebbero fatto solo disperdere energie».
Al di là dell’errore di Dimarco sul gol albanese, ritiene replicabile l’esperimento con la Spagna o sarebbe meglio puntare su un marcatore puro come Mancini o Buongiorno?
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«Non vedo questa Nazionale che fa muro per vincere una partita, la vedo propositiva. Con l’Albania abbiamo visto un’Italia “di palleggio” con Jorginho direttore di orchestra e tanto movimento intorno a lui. Perciò sono certo che, al di là delle scelte di formazione del ct, quando avremo la palla faremo il nostro calcio, quello trasmesso da Spalletti. Poi però ci sono gli avversari... E di fronte avremo i migliori che ci sono per abilità in costruzione. Rodri, Fabian Ruiz e Pedri nella prima partita mi hanno impressionato, anche perché avendo due ali come Williams e Yamal che giocano larghi e sono micidiali nell’uno contro uno e negli spazi aperti, possono giovarsi di diverse uscite dal palleggio. Insomma grazie a loro vedo la Spagna meno “sterile” dell’ultimo Mondiale , più pungente. Quindi sarà un bel test per la nostra Nazionale».
(Tuttosport)
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