"Sapevamo tutto. Tutti. E ne scrivevamo, pacificamente. Le plusvalenze sono servite dal 2000 in poi a puntellare i bilanci di decine di club italiani". Scrive così Guido Vaciago, direttore di Tuttosport, a proposito dell'ennesimo scandalo che, seguendo uno strano universo parallelo fatto di coincidenze, tocca nuovamente la Juventus. Si parla di plusvalenze realizzate da tutte le società calcistiche italiane. E fin qui si potrebbe anche essere d'accordo, le plusvalenze sono una pratica lecita. Ma il motivo per il quale alla Juventus sono stati tolti addirittura 15 punti in questo campionato (con il fantasma di nuove e pesanti penalizzazioni che aleggia su Torino) non sono le plusvalenze che tutti i club più o meno realizzano. Le plusvalenze - per definizione - non sono il nocciolo della questione.
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Tuttosport consola i tifosi Juve citando Fcinter1908. Ma basta saper leggere per smontare il teorema
Non centrare mai il punto è difficile, ma è utile per ammorbidire il punto di vista dei lettori bianconeri. Per consolare i tifosi offrendogli una visione distorta della realtà, da poter sbandierare con fiero orgoglio sui social e nei bar sport. E' così che funzionano le cose da Calciopoli in poi. Ogni scandalo che abbia toccato la Vecchia Signora è sempre stato analizzato e liquidato come una mera coincidenza, una caccia alle streghe, un'ingiustizia verso chi tiene alto il nome del calcio italiano. Chissà se all'estero si sono presi la briga di tradurre e leggere le 500 pagine dell'inchiesta Prisma, avvincenti come un romanzo thriller e disgustose per la franca ammissione delle proprie colpe.
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Quelle pagine, quelle interminabili intercettazioni in cui gli stessi dirigenti bianconeri provano disgusto per le operazioni realizzate (operazioni nelle quali di sportivo non c'è proprio nulla) e che ammettono in maniera serena di aver creato un sistema (la parola non è utilizzata a caso, è il sistema e chi l'ha creato che è sotto i riflettori) sono talmente probanti da risultare imbarazzanti. Andrea Agnelli ne dà una breve ma significativa definizione: "Non era solo il Covid e questo lo sappiamo bene. Abbiamo ingolfato la macchina con ammortamenti e soprattutto la merda… perché è tutta la merda che sta sotto che non si può dire". Nelle motivazioni si definisce uno dei cardini sui quali si appoggia l'accusa - il Libro Nero di F.P. – documento “inquietante” e "fin troppo esplicito". E' tutto troppo, in questa vicenda. Troppe parole fuori posto, troppe "operazioni artificiose" (sono i medesimi dirigenti bianconeri a definirle in questo modo), troppe prove. Il troppo stroppia sempre, direbbe qualcuno di molto saggio.
Tuttosport, oggi, regala ai suoi lettori uno spunto per gridare all'ingiustizia. E questo spunto lo trova proprio nell'Inter. Leggiamo: " Piero Ausilio, stimato direttore sportivo dell’Inter, uno dei più bravi sul mercato e nella gestione del settore giovanile che, il 2 luglio 2019 veniva definito «Il re delle plusvalenze» e non da testate “nemiche” o “faziosamente contro”, ma da fcinter1908.it o fcinternews.it che riprendevano una pagina di Tuttosport del giorno prima, nella quale si celebrava il ds nerazzurro". Rileggiamo: "Che riprendevano una pagina di Tuttosport del giorno prima". Cioè Tuttosport aveva definito Piero Ausilio il "re delle plusvalenze" celebrandolo, Fcinter1908 ha ripreso la definizione di Tuttosport ma è Fcinter1908 a celebrare Ausilio. Si citano poi le operazioni relative a Pinamonti e Vansheuden realizzate dall'Inter. Ecco, di nuovo, rispolverato l'antico cavallo di battaglia "così facevano tutti".
Ma il tema delle plusvalenze fittizie, spinte al limite in casa Juve, è sotto i riflettori anche per il sistema di partneship creato con altre società e club per avere vantaggi in una competizione (nella quale la Juve e i club amici sono rivali, vale la pena ricordarlo) e per alterare inequivocabilmente un mercato che dovrebbe essere libero. Una partnership che prevedeva "contributi di solidarietà", acquisti comandati e imposti (ti concedo questo e tu in cambio ti impegni a comprare un giocatore che dico io a questa cifra), scritture private che non sarebbero mai dovute esistere. Non dimentichiamo che la Juventus è soggetta a verifiche contabili differenti in quanto quotata in borsa (e non essere trasparente sul bilancio quando sei quotato in borsa è un'ulteriore aggravante). Può sinceramente tutto questo non aver minato il principio sacro di lealtà sportiva nel nostro campionato? Al di là delle penalizzazioni, negare tutto questo è malafede. Non sappiamo cosa nello specifico sapessero Tuttosport e il suo direttore Vaciago. Quello che sappiamo noi, Fcinter1908, è che nelle 500 e più pagine dell'inchiesta non c'è una sola intercettazione che riguardi una plusvalenza dell'Inter, di un suo dirigente, del suo presidente o di un club amico con il quale avrebbe stretto partnership ai danni della lealtà sportiva. E per dichiararlo con sicurezza non servono lauree in legge o in economia, ma è sufficiente saper leggere. Nulla di più.
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