LEGGI ANCHE
Una lezione che però non sembra aver convinto tutti. Perché, altrimenti, non si spiega la volontà, sembra alimentata dallo stesso allenatore, di voler puntare su Lukaku nel caso si arrivi alla cessione di Vlahovic, che a Torino non è stato più il ciclone di Firenze. Un controsenso - l’eventuale “scambio” - sia economico che tecnico. Perché è difficile condividere la voglia di sostituire un ventitreenne tra i più forti al mondo con un trentenne che - tra cartellino e ingaggio da nove milioni netti l’anno - assorbirebbe gran parte del sacrificio (e dunque non sarebbe il modo migliore per dare una «sistematina ai conti»). Ma anche perché è vero che Lukaku è tra i più bravi a giocare spalle alla porta, ma forse la Juve dovrebbe immaginare il prossimo anno di avere e poter mettere il suo centravanti nelle condizioni di guardarla la porta avversaria, cosa che a Vlahovic negli ultimi diciotto mesi non è stato quasi mai permesso. Insomma, invece di passare dal progetto giovani all’instant team, per vagheggiare poi un nuovo cambiamento e meditare nuovamente su un progetto di corto respiro, basterebbe fissare i punti fermi di un progetto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA