Di storie da raccontare Zé Maria ne ha tante. Nella sua lunga carriera ha vestito diverse maglie, tra cui anche quella dell'Inter. In nerazzurro ha vinto un campionato, due coppe Italia e una Supercoppa italiana. Tutto è iniziato con Roberto Mancini in panchina che ha saputo gestire un gruppo di campioni. "Ci sono giocatori che sapevi non avevano dormito prima dell'allenamento, ma ne hai bisogno. L'allenatore passa e vede il ragazzo sdraiato lì, ma gira la testa dall'altra parte. Non puoi controllarlo tutto il tempo. Con giocatori di quella qualità in panchina, potrebbero creare problemi. Questo è ciò che Mancini sapeva come fare. Sapeva quando girare la testa. I giocatori pensano: 'Bene. Lasciami. Domenica segnerò e vinceremo la partita, vinceremo una coppa o un campionato". Succede in tutti i grandi club. L'allenatore deve essere intelligente", racconta l'ex giocatore al Guardian.
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Zé Maria: “Mancini sapeva quando girare la testa. Adriano? Una volta trascinò per 10 metri…”
L'ex giocatore ricorda il suo periodo in nerazzurro
ADRIANO - "Ho dovuto marcarlo quando era all'Inter e io al Perugia. Ricordo una partita in cui il nostro difensore centrale cercò di tirarlo per il collo e Adriano lo trascinò per 10 metri, si liberò e segnò. Anche lui era intelligente. Sfortunatamente, quando suo padre morì, ebbe molti problemi. Anche quando sei un caro amico, è difficile per te trattenere un ragazzo alto 1,90 che pesa 90 kg e che vuole uscire e vivere la sua vita. Sfortunatamente, ha finito per perdere un po' di quello che avrebbe potuto dare. Il problema di Adriano, se è un problema, è che è un ragazzo fantastico con un cuore enorme. Le persone lo criticano per questo. La gente vuole che sia qualcos'altro".
MOURINHO -Nel 2010 Zé Maria studia a Coverciano, è l'anno dell'Inter del Triplete guidata da Mourinho che l'ex giocatore studia con attenzione: "È come un allenatore brasiliano in cui parla molto con i giocatori. Aveva Eto'o, Sneijder e Milito, che non erano abituati a difendere. Poiché Mourinho è un grande leader, farebbero qualsiasi cosa per lui. Materazzi non è una persona facile con cui lavorare, ma se Mourinho gli dicesse di saltare dal trentesimo piano, lo fa. Mourinho poteva dire a Balotelli di chiudere la bocca, se non l'avesse fatto, sarebbe tornato a casa. È un altro modo di gestire".
(The Guardian)
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