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settore giovanileinter femminile
21 presenze in campionato, 2 nella fase finale, 6 in Youth League, 2 in Coppa Italia, 5 nella Viareggio Cup più la Supercoppa di categoria contro la Roma: Marco Sala è stato uno dei protagonisti assoluti della trionfale stagione della Primavera dell'Inter, terminata con il trionfo sulla Fiorentina nella finalissima di Reggio Emilia e la conquista del secondo Scudetto consecutivo, arrivato dopo aver messo in bacheca anche Supercoppa e Torneo di Viareggio. Ai microfoni di FcInter1908.it, l'esterno sinistro nerazzurro ha ripercorso questa incredibile annata.
Si è chiusa una stagione incredibile, terminata con ben tre trofei: siete consapevoli dell'impresa fatta?
Abbiamo bisogno di qualche giorno ancora per realizzare. Abbiamo vinto tre trofei, sappiamo che nessuno nella storia del campionato Primavera ha mai fatto qualcosa di simile. Sappiamo di aver fatto qualcosa di speciale.
Vecchi ha parlato di "vittoria della consapevolezza": c'è stato nel corso della stagione un momento preciso in cui avete capito la vostra forza?
Un momento preciso no, ma fin dal ritiro estivo c'erano sensazioni positive. Ho avuto modo di conoscere i tanti ragazzi nuovi, e da subito si era capito che quest'anno sarebbe stato speciale.
Eri presente anche nel successo dello scorso anno, anche se non hai disputato la finale: che differenze vedi con il gruppo di quest'anno?
Sono due gruppi molto forti. L'anno scorso la vittoria è stata più di carattere, non eravamo i più forti e fino alla fase finale non eravamo considerati i favoriti. Quest'anno, invece, eravamo con l'Atalanta una delle squadre più forti: il successo di questa stagione è stato più difficile perchè non è semplice confermarsi e perchè dovevamo dimostrare sul campo tutte le aspettative che c'erano su di noi.
A Viareggio, complice l'assenza di Lombardoni, ti sei tolto la soddisfazione di alzare al cielo il trofeo con la fascia di capitano al braccio...
E' stato un momento molto speciale per me, grazie all'aiuto di tutti siamo riusciti a vincere nonostante l'assenza di tantissimi compagni impegnati con le Nazionali. Questo ha fatto capire ancora di più la profondità della nostra rosa, tutti hanno dato il loro contributo quando chiamati in causa.
C'è una partita che ricordi con maggior piacere?
Ce ne sono diverse. La prima è l'amichevole con la Prima Squadra nel ritiro di Brunico, la mia prima partita con i grandi, e penso anche di aver fatto abbastanza bene: una grande emozione, la porterò sempre con me. Tornando alla Primavera, penso alla Supercoppa: mi svegliai con 39 di febbre, stavo per lasciare il ritiro, ma alla fine ho giocato 120 minuti e sono uscito stremato, tanto che sono rimasto a letto per altre due settimane per la febbre. Era la prima partita dell'anno, la prima a San Siro, non sapevo se un'occasione del genere sarebbe capitata di nuovo: non potevo perdermela per nulla al mondo! E poi ovviamente la finale di sabato, dove abbiamo concluso nel migliore dei modi questa stagione.
Passiamo ai compagni di squadra: chi, secondo te, è il più pronto per il salto tra i "grandi"? E chi è quello che ti ha sorpreso di più?
Non saprei dire chi è il più pronto, non si sa mai, abbiamo un'età nella quale le cose possono cambiare molto velocemente. Se dobbiamo parlare di valori assoluti dico Emmers, ha tutti i presupposti per diventare un giocatore vero, ha qualità, gamba ed è molto umile. La sorpresa direi Pompetti: è arrivato quest'anno da Pescara, una realtà più piccola rispetto all'Inter, ha dovuto lavorare il doppio per mettersi al pari di tutti, a inizio anno ha giocato spesso con la Berretti, ma alla fine ha raccolto i frutti del duro lavoro e le ha giocate quasi tutte.
Quanto è stato importante Vecchi nel tuo processo di crescita? Si parla molto di un suo possibile addio all'Inter: nel caso in cui ti chiamasse nella sua nuova avventura lo seguiresti?
Mi ha aiutato tanto, come tutti gli allenatori che ho avuto all'Inter: qui trovi i tecnici migliori, dai Pulcini alla Prima Squadra. Mi ha fatto crescere tanto soprattutto dal punto di vista difensivo e della tattica. In Primavera, con trofei più importanti, comincia a contare anche il risultato, e bisogna crescere molto tatticamente, aspetto che fino a 14-15 anni è meno importante. Ringrazio lui e tutto lo staff, che è stato eccezionale. Non so ancora cosa farò l'anno prossimo e non ci sono ancora certezze sul futuro del mister: nel caso dovesse andarsene dall'Inter e arrivasse una sua chiamata mi farebbe molto piacere.
Per te e per molti tuoi compagni potrebbe chiudersi l'esperienza all'Inter: che obiettivi hai per questa estate?
Non ho preferenze in particolare, bisogna ancora vedere cosa succederà nei prossimi giorni, come per i miei compagni. Ci sono tanti aspetti che influiranno sulla decisione, a partire dal progetto di ogni squadra. L'anno scorso ho fatto il ritiro con la Prima Squadra ed è stata una bellissima esperienza, che ripeterei sicuramente anche quest'anno. Parlerò con la mia famiglia e la società per trovare la soluzione migliore.
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