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Inter Femminile, mister Brustia: “Si riparte da zero. Obiettivi? Il massimo anche se…”

Riccardo Fusato

L’Inter Femminile, non solo si è rinnovata molto, in questo mercato estivo, ma ha anche deciso di cambiare la conduzione tecnica della squadra ed affidarla ad Antonio Brustia che, entusiasta, ha accettato immediatamente.La squadra ha iniziato...

L’Inter Femminile, non solo si è rinnovata molto, in questo mercato estivo, ma ha anche deciso di cambiare la conduzione tecnica della squadra ed affidarla ad Antonio Brustia che, entusiasta, ha accettato immediatamente.La squadra ha iniziato la preparazione a Ferragosto e domenica scorsa lui e la sua squadra hanno esordito ufficialmente nella nuova stagione in occasione della gara di andata del primo turno di Coppa Italia.Prima della partita con il Tradate, persino l’immancabile sorriso tradiva la tensione per questo esordio, ma poi,dopo novanta minuti di grande tensione, al fischio finale le nerazzurre si sono imposte per 5-1 e mister Brustia è tornato ad essere quel distinto cordiale signore sempre sorridente, di quelli che ti parlano guardandoti diritto negli occhi e non usano giri di parole per dirti ciò che pensano.Anche per commentare una partita che dal risultato non lascia dubbi su chi ha avuto la meglio.“E’ chiaro – dice mister Brustia – che abbiamo ottenuto un risultato importante e molto positivo, però non dobbiamo andare oltre, dobbiamo guardare solo il risultato. Le ragazze hanno disputato una prova di carattere, con a tratti quella determinazione che avevo chiesto, ma con un impegno massimale dal primo al novantesimo minuto. E questa è la parte sicuramente positiva di questa gara di esordio”.Dalle urla che si sono sentite stando in tribuna, hai avuto il tuo bel daffare per guidare le tue ragazze in questa impresa.“Diciamo che io sono solito urlare durante le partite, lo faccio normalmente per farmi sentire, perché credo sia anche utile alle ragazze essere costantemente stimolate,nel bene e nel male. A fine partita, però, tutto torna normale. In questa occasione, a fine gara, ho detto alle ragazze di capire e di accettare questo mio atteggiamento, anche perché io sono sempre stato così”. Come è stata vissuta la vigilia di questo esordio stagionale?“Inutile negare che tutti eravamo molto tesi, io per primo. Non ero particolarmente preoccupato, ma ho sentito questa partita in modo particolare, perché volevo vedere in che situazione era la squadra dopo questa prima parte di preparazione e, allo stesso tempo, vedere il livello di una delle avversarie che poi dovremo affrontare in campionato”.E quali indicazioni hai tratto da questa prima gara ufficiale con una pari categoria?“tutto sommato positivo, anche se va detto che sotto il piano squisitamente tecnico con abbiamo fatto una grande partita. Dobbiamo migliorare tantissimo. Innanzitutto perché le mie giocatrici devono imparare ad entrare sempre in campo decise ad imporre la propria mentalità e il proprio gioco alle avversarie. Non importa chi sia l’avversaria, se sia sulla carta più forte qualitativamente o tecnicamente. In tutte le occasioni noi dobbiamo fare in modo di imporre le nostre caratteristiche. Questo domenica si è visto poco, anche perché le ragazze sono entrare in campo molto tese. Ed era comprensibile visto che in squadra ci sono tante giovani che affrontano per la prima volta la categoria, la fisicità della categoria. Una tensione e un nervosismo che ho notato anche in alcune delle ragazze più esperte. Per questo ribadisco che, al di là della prestazione, il risultato ha avuto la sua importanza sotto il profilo prettamente psicologico. Una vera e propria medicina in questa fase della stagione”.Quali sono le indicazioni positive emerse da questo primo impegno?Sicuramente aver visto che durante i novanta minuti non è mai venuta meno la personalità, così come la voglia di non mollare, la voglia di soffrire. E’ utile ricordare che a 20 minuti dalla fine eravamo sull’1-1 e abbiamo rischiato di andare sotto su una palla inattiva: nonostante questo le ragazze ci hanno creduto, hanno faticato, hanno costantemente cercato di proporsi. Va anche detto che noi stavamo meglio dal punto di vista atletico, e questo è servito a fare la differenza nell’ultima mezzora. Con l’inserimento di Zazzera, che ha messo in campo una grande velocità, le nostre avversarie sono andate in grossa difficoltà, mentre le mie ragazze hanno tenuto il ritmo fino al termine della partita, che poi è risultato il momento in cui è maturato il risultato. Un’altra nota positiva è venuta dai seppur piccoli miglioramenti nella compattezza del gruppo”.Compattezza del gruppo che va letta anche attraverso la prestazione di qualche singola giocatrice, comeZazzera, ad esempio.“Danila è ragazzina con potenzialità enormi, ma deve mettersi a posto con la testa, capire che si gioca in undici. Se lei continua a seguire le mie indicazioni può fare grandi passi avanti. Lei come tutte le altre giovani, perché abbiamo un parco ragazze delle classi 97/99 che possono dare un fondamentale contributo nel far fare a questa società il salto di qualità che mi auguro già da questa stagione si possa fare. Oltre alle giovani va anche ammirata l’ottima gara di sputata da capitan Regina Baresi. Ho parlato e continuerò a parlare molto con lei, perché dalla capitano io mi aspetto molto. Prima di entrare in campo, ed è ciò che le ripeterò ogni volta, le ho detto che essendo il nostro capitano le consegnavo la squadra al fischio di inizio e che lei me la doveva riconsegnare a fine gara sapendo di aver dato tutto quello che chiedevo e che si poteva dare. Se i presupposti sono quelli visti domenica, penso proprio che Regina potrà far fare la differenza a questa squadra. Un discorso che, ognuna per la sua parte, vale per Dedè, Chiggio, Soro, insomma, per le giocatrici più esperte e più rappresentative, alle quali ho chiesto anche di coinvolgere le giovani che di volta in volta si avvicinano alla prima squadra. Questo è importante perché le giovani devono capire di avere a fianco delle compagne toste ed esperte a cui fare sempre riferimento anche nei momenti difficili. Non mi stancherò mai di ripetere che noi dobbiamo guardare tutti insieme nella stessa direzione. Dalle mie giocatrici non voglio sentire pronunciare la parola io, ma sempre e solo il noi”.La nuova Femminile Inter Milano ha iniziato questa stagione con un mister nuovo e con otto undicesimi di giocatrici della squadra che per la prima volta si ritrovano a giocare insieme. Insomma, è evidente che si tratta di un nuovo inizio, di un progetto che dopo lo sfortunato stop dello scorso anno si rimette in moto. Resta comunque il fatto che chiamarsi Femminile Inter è un onore che comporta degli oneri, degli obiettivi da raggiungere. Quali sono questi traguardi?Beh, è ovvio che si punta al massimo possibile. Però, tutti i traguardi si possono raggiungere solo compiendo un passo dopo l’altro. Quest’anno inizia un nuovo cammino. Il mio primo passo è quello di dare un gioco a questa squadra, per fare in modo che quando va in campo le giocatrici si possano divertire e regalare emozioni ai nostri sostenitori. Il secondo obiettivo è quello di valorizzare le giovani che la società mi ha messo disposizione, innanzitutto perché loro se lo meritano e sono brave, ma anche perché la loro crescita è determinante per la crescita della società e di tutto il movimento. Altri obiettivi non me ne pongo, innanzitutto perché io per primo non conosco la categoria, ma so che ci sono compagini più attrezzate della nostra. Credo sia fondamentale,ad esempio, avere il massimo rispetto per formazioni come Sudtirol, Meda e Valpolicella che hanno condotto una campagna acquisti diversa dalla nostra e dispongono di un organico diverso dal nostro. Le rispetto e non mi pongo di certo al loro livello. Nonostante questo, sono consapevole che lavorando sodo, tutti insieme, puntando sul gruppo, potremo anche toglierci delle belle soddisfazioni. Regalando anche grandi emozioni al nostro pubblico”.