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Regina Baresi: “Il nero e il blu sono la mia vita. Mancini? Acqua passata. L’inno…”

Come anticipatovi da FcInter1908.it, per il capitano dell’Inter Femminile, Regina Baresi, è arrivata la convocazione in Nazionale. Per l’occasione, il numero 9 nerazzurro ha parlato alla Gazzetta dello Sport: “La convocazione? Non me...

Riccardo Fusato

Come anticipatovi da FcInter1908.it, per il capitano dell’Inter Femminile, Regina Baresi, è arrivata la convocazione in Nazionale. Per l’occasione, il numero 9 nerazzurro ha parlato alla Gazzetta dello Sport: “La convocazione? Non me l’aspettavo, ma l’azzurro è la speranza di ogni calciatrice.

Mamma le ha comunicato la convocazione. Papà Beppe e zio Franco cosa le hanno detto?«Resta tranquilla, e soprattutto divertiti».

Ha mai pensato, vedendo una partita, «quanto vorrei indossare anch’io questa maglia»?«Sono una ragazza molto tranquilla, ma la Nazionale è la Nazionale e quando c’è l’inno ci si emoziona anche davanti alla tv».

Cabrini è stato avversario di suo padre in tanti Juve-Inter. Lo conosce?«Ci siamo incontrati a un evento, ma non ho mai avuto modo di parlarci. Sono contenta di trovarlo a Novarello».

Porta il suo cognome con orgoglio. C’è stata qualche occasione in cui è stato un peso?«Ovvio che sono felice di chiamarmi così. Ma in questa occasione, per esempio, ci sono i pregiudizi sul fatto che sono stata convocata solo per quello. Devo dimostrare di essermi meritata la Nazionale».

Il suo amore per il calcio come nasce?«Mamma e papà non volevano che giocassi, ma alla fine si sono arresi. Poi, dopo aver visto Sognando Beckham, ho capito che la mia vita doveva essere in un campo di calcio».

Le compagne di classe la guardavano in modo strano?«Mai, anche se giocavo sempre con i maschi».

Giocatori e giocatrici a cui si ispira?«Tra gli uomini Ronaldo. Ma non quello del Real Madrid. Lo vidi da vicino, un fenomeno (e Regina porta la maglia numero 9 in suo onore, ndr ). Tra le donne, invece, la Gabbiadini».

Cos’è l’Inter nella sua vita?«Ci sono delle cose a cui sei legata da sempre. Il nero e il blu sono la mia vita».

A casa, calcio a parte, di cosa si parla?«Il 60% dei discorsi è calcistico, sia sull’Inter femminile che sulla maschile. Ma parliamo anche del negozio…».

Ha soli 23 anni, ma già ne gestisce uno, di articoli sportivi.«Fare gol è più semplice di avere a che fare con fornitori e commercialista. Ma il lavoro è fondamentale, solo che appena chiusa la serranda, prendo la borsa e corro al campo».

Cosa servirebbe per far crescere il calcio femminile?«Istituire una squadra femminile per ogni club maschile, prima di tutto. Finora, però, nessun gesto concreto».

A proposito di maschile, come vive il momento dell’Inter?«Non posso essere felice, ma sono una tifosa che non va contro la squadra. Sono la prima ad andare in campo, so come si sentono i giocatori».

E con Mancini, dopo quanto disse al suo arrivo, tutto chiarito?«Non pensavo se ne potesse parlare così tanto. Con Mancini non ho parlato, ma per me è acqua passata».