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Regina Baresi: “Inter? Papà e zio mi hanno condizionata, ma ho il calcio dentro. Vorrei…”

L'attaccante dell'Inter femminile ha rilasciato un'intervista al Quotidiano Sportivo

Marco Astori

In un'intervista concessa al Quotidiano Sportivo, Regina Baresi, capitano e attaccante dell'Inter femminile, ha parlato delle sue caratteristiche da calciatrice e della sua passione per i colori nerazzurri: «Il gol più bello? Ricordo una mezza rovesciata in Serie A, ma niente a che vedere con quello del derby di due anni fa: stavamo pareggiando, all'ultimo minuto rigore per noi. Quello, di sicuro, è il gol più bello che ho segnato».

Se non avesse fatto la calciatrice, quale sarebbe il suo lavoro?

«Forse farei la tennista, giocavo da piccola. Oppure sarei una veterinaria, dato l'amore che mi lega agli animali».

Però ha scelto il pallone, un'inclinazione naturale o un vizio di famiglia?

«Papà e zio mi hanno certamente condizionata, ma il calcio devi averlo dentro».

Nata con la propensione allo sport e animata da un amore viscerale per l'Inter...

«Salterei gli allenamenti solo per una finale o semifinale di Champions League a San Siro».

Da capitano, meglio una convocazione in Nazionale o lo scudetto con la sua squadra?

«Scudetto senza dubbi».

Cosa vi manca per raggiungere il titolo oggi?

«Un po' di esperienza e la capacità di reagire insieme alle difficoltà».

In campo quale caratteristica la distingue dalle altre?

«Sono forse più solida di altre giocatrici; ma ho anche un punto debole: il colpo di testa. Spesso per paura di farmi male, evito addirittura di saltare».

C'è una calciatrice che ritiene completa e a cui, magari, chiederebbe la maglia?

«Agnese Bonfantini: gioca con me e se mantiene la giusta mentalità, può diventare fortissima».

Parla entusiasta e orgogliosa delle compagne, determinata e convinta del lavoro che fa. Giocare a calcio da donna, quanto le pesa?

«Molto: abbiamo gli stessi mezzi tecnici, ci alleniamo con la stessa frequenza e affrontiamo gli stessi impegni. Eppure siamo lontane dall'essere considerate nello stesso modo».

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