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Il presidente milanista Paolo Scaroni, di recente, ha inoltre dichiarato che «San Donato resta al centro della nostra strategia». Da casa Milan, secondo indiscrezioni, è in atto il tentativo di inserire nella manifestazione di interesse una clausola che consentirebbe alla società di tenere in piedi entrambe le soluzioni. Una strada difficilmente praticabile".
"A volere chiarezza è anzitutto l'Inter: con l'arrivo di Oaktree, lo stadio di proprietà è la priorità assoluta in viale della Liberazione. Soprattutto, è il comune di Milano a chiedere che si faccia luce dopo anni di bluff reciproci. Sala, nell'incontro in cui è naufragata l'ipotesi della ristrutturazione del Meazza e si è riaperta l'opzione di uno stadio unico accanto a quello attuale, aveva posto una condizione: l'abbandono in via definitiva delle ipotesi Rozzano e San Donato. Una richiesta allora verbale, che diverrà formale quando i club ufficializzeranno l'interesse: la manifestazione avrebbe dovuto essere già pronta, ma per i motivi di cui sopra il suo processo di stesura è diventato più farraginoso del previsto.
Se il Milan avrà risolto le proprie incertezze, verrà depositata la settimana prossima. A quel punto, società e Comune potranno ripartire sul serio: oltre ai costi, saranno valutate le tempistiche - difficile partire con i lavori prima di giugno 2025 - e la rifunzionalizzazione del secondo anello dopo la rimodulazione del vincolo, che sarà possibile grazie al passaggio in mano privata".
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