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Quello ritornato dopo 10 anni è sicuramente un Mancini molto più maturo e cambiato molto sotto l’aspetto dell’atteggiamento del mondo attorno all’Inter.Ultimo episodio di tale mutazione, è stato sicuramente l’aver aperto alla stampa l’amichevole giocata ieri.Ovvio che il mister nerazzurro sia cresciuto e molto sotto il profilo professionale e l’esperienza fatta in Inghilterra ha sicuramente inciso. Da quando si è riseduto sulla panchina dell’Inter, il Mancio, ha mostrato meno rigidità rispetto al passato, una volontà di discutere liberamente nei momenti di difficoltà senza nascondere i problemi. I giornalisti che possono assistere a un test amichevole durante la settimana potrebbe non restare un esperimento solitario. Altri casi simili li ha confermati, come i viaggi della stampa in certe trasferte europee. La prima volta è accaduto a Baku. Si ripeterà settimana prossima con l’imbarco per Glasgow in vista del Celtic. Scelte che non vanno solo in direzione esterna, ma che coinvolgono anche i «suoi» dipendenti, ovvero i calciatori. Contro la Samp (ottavi di finale di Coppa Italia, 21 gennaio scorso) Mancini ha annullato il ritiro pre-gara. Si giocava al Meazza e il tecnico invece del classico ritrovo alla Pinetina dopo la rifinitura ha pensato di lasciare i giocatori a casa con le famiglie. Tra sette giorni, per esempio, la partenza per Glasgow è stata spostata nel primo pomeriggio concedendo una mattinata libera. Qualcuno potrà leggere l’atteggiamento del Mancio 2.0 come una scelta ruffiana per godere di un ambiente più morbido. Forse, più semplicemente, l’influenza britannica ha plasmato Roberto da Jesi. Erick Thohir (in arrivo il 24 o il 25) ne sarà felice.
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