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Se a inizio gennaio fosse stato detto "Tifosi, c'è un bilancio da sistemare. Questa è una stagione di transizione, in cui bisogna fare di necessità virtù. Al giusto prezzo parte chiunque e chi guadagna troppo o si adegua ai nuovi tetti o saluta", probabilmente i tifosi avrebbero storto il naso ma alla fine avrebbero, se non proprio condiviso, almeno apprezzato l'onestà intellettuale della dirigenza.
Invece, dall'inizio di gennaio stiamo assistendo ad una serie infinita di promesse e buoni propositi smentiti dai fatti. "Non voglio illudere nessuno, il grande colpo ci sarà solo in caso di cessioni", disse Stramaccioni lo scorso 11 gennaio.
Il mister ha replicato il concetto nell'ultima conferenza stampa, prima di Inter-Torino: "Qualsiasi ipotesi di cessione dolorosa sarà presa in considerazione solo se arriverà qualcuno di importante. Questo è il pensiero mio e del presidente".
E lo stesso Moratti, nel commentare l'addio di Coutinho, ha spiegato: "Tutto è fatto per determinati scopi e poi comunque è fatto non perché viene in mente di cedere Coutinho per far soldi, ma perché sotto un certo profilo e guardando quella che può essere stata la storia di questo periodo qua, avevamo più necessità in altri ruoli che in quello di Coutinho, al di là dell'età".
Queste sono dichiarazioni di pochi giorni, addirittura di poche ore fa. Non sarebbe accettabile che fossero smentite dai fatti a distanza di un giro di lancette.
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