twinter

ASPETTANDO GODO

Alessandro De Felice

Citazione impropria e scorretta di Beckett, ma ci sta. Stiamo vivendo una lunga, languida, liquida attesa dell’arrivo dei Re Magi dall’Oriente. Uno di loro si chiama Erick Thohir, ha una faccia simpatica, parole semplici, tono a metà fra...

Citazione impropria e scorretta di Beckett, ma ci sta. Stiamo vivendo una lunga, languida, liquida attesa dell’arrivo dei Re Magi dall’Oriente. Uno di loro si chiama Erick Thohir, ha una faccia simpatica, parole semplici, tono a metà fra l’entusiasmo per la nuova avventura e l’orgoglio per il successo di una famiglia divenuta ricca in un Paese come l’Indonesia, che noi obiettivamente non conosciamo affatto, se non per lo stupore nell’apprendere e nel constatare l’enormità del tifo nerazzurro, a migliaia di chilometri da San Siro. “Aspettando Godo”. Perché è vero: Thohir arriva in un momento dolce, quasi magico, della nostra squadra, capace di un’impresa a Udine che comincia a saldare qualche conto in sospeso, riportandoci indietro nel tempo.

L’Inter in questo momento è la società e la squadra con maggiore potenziale di innovazione e di crescita in Italia. L’arrivo in società di capitali freschi, non in opposizione al precedente management, ma addirittura in piena sintonia, e con il dichiarato intento di imparare e di confrontarsi, apprezzando, tanto per cominciare, il lavoro di Mazzarri, è un fatto clamoroso non solo in Italia, ma anche in Europa. In genere, infatti, i nuovi ingressi di tycoon o di magnati coincidono con un totale cambiamento di rotta, con un taglio netto rispetto al passato. In fondo anche in Italia accadde così, ad esempio al Milan, con l’arrivo di Berlusconi.

Non sappiamo ancora quale ruolo Massimo Moratti avrà nel nuovo consiglio di amministrazione. Io scommetterei sulla presidenza, ma se anche così non fosse, appare evidente il tentativo di costruire una reale osmosi, senza strappi al motore, anzi, con la massima attenzione a non perdere per strada le caratteristiche uniche e irripetibili di una società nata da un gruppo di svizzeri illuminati, nel 1908. Io, da tifoso e da amante del calcio, sono tranquillo, senza troppe nostalgie, proiettato verso il futuro ma con uno sguardo verso il passato, che ci ha regalato emozioni, sofferenze, vittorie, gioie, trofei e primati morali ineguagliabili.

A Udine l’Inter ha giocato benissimo. Da tempo non vedevo una circolazione di palla veloce, a terra, lucida e a tratti spietata, con tagli e accelerazioni dei singoli, intese al volo, manovre avvolgenti, compattezza di reparti, concentrazione quasi costante, efficacia nei contrasti, equilibrio fra le fasi di gioco, eccellenza di alcuni singoli, ormai autentiche certezze. E’ vero: un anno fa di questi tempi avevamo qualche punto in più, nell’Inter di Stramaccioni, ma il confronto non regge, e si basa solo sulla memoria splendida di quel risultato clamoroso al Conad Stadium, che però ha segnato, paradossalmente, l’inizio di una serie di sciagure.

Ecco, adesso siamo sospesi a metà del guado: la mia sensazione è che la squadra stia decisamente crescendo e migliorando, nonostante alcune carenze già note, e alcuni infortuni che fanno comunque parte della regolarità di una stagione intensa come quella italiana. Se nelle prossime giornate, quelle che ci separano dalla conclusione del girone di andata, proseguiremo con il metodo e con l’atteggiamento imposto da Mazzarri, sono convinto che otterremo ulteriori risultati positivi e affronteremo la seconda parte della stagione nelle migliori condizioni per imporre anche la nostra presenza nei primi posti della classifica, fino a giocarsela per un posto in Champions League.

Thohir arriva nel momento giusto, e spero che tutta l’Inter lo accolga non solo come un portatore di denaro fresco, ma come un compagno di sogni da condividere, sotto il nostro cielo stellato, nero e azzurro.

Franco Bomprezzi

@Bomprezzi

Franco Bomprezzi, nato a Firenze nel 1952, giornalista e scrittore. Vive in sedia a rotelle per gli esiti di una malattia genetica. Ha lavorato in quotidiani, agenzie di stampa, portali internet. Attualmente free lance ed esperto di comunicazione sociale. Editorialista del magazine “Vita”, cura il blog “FrancaMente”; per il Corriere della sera scrive nel blog “InVisibili” e modera il forum “Ditelo a noi”; ha scritto “La contea dei ruotanti” (1999) e “Io sono così” (2003). Ambrogino d’Oro nel 2005, è stato nominato Cavaliere della Repubblica il 3 dicembre 2007 dal presidente Napolitano.