E' un fiume in piena il ds dell'Inter, Piero Ausilio, nell'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport: "Quando cominciai con l'Inter? Gennaio 1998, ero responsabile del settore giovanile della Pro Sesto, Mario Mereghetti mi chiama per riorganizzare da segretario quello dell’Inter. Nel 2001 un anno zero: per me e per il club, che per volontà di Moratti decide di investire anche all’estero per la Primavera. Io responsabile organizzativo, Beppe Baresi responsabile tecnico: prendiamo Pandev, Martins, Pasquale, Potenza e con Verdelli vinciamo subito Viareggio e scudetto e da subito poi cominciai ad essere coinvolto nel mercato; che fosse con Mazzola, Terraneo, Oriali e Branca. Nel 2004 per un anno vado allo Spezia, entrando nel consiglio d’amministrazione e vincendo la Coppa Italia. Dal 2004-05 sono d.s. dell’Inter, a più stretto contatto con la prima squadra dalla stagione 2009-2010. Il colpo da ricordare? Mi viene per forza da dire Balotelli, visto quello che oggi Mario rappresenta per il calcio italiano. Ma sono molto legato a Bonucci, perché so quanto è stato difficile prenderlo, oppure a Destro che portai all’Inter a 14 anni. Per non dire di Pandev e Martins, perché è da loro che per me è cominciato tutto. Penso al fatto che lui aveva deciso di andare al Bellinzona e che ci vollero due giorni per convincere il Lumezzane a darcelo. Solo in prestito, visto che già allora era, diciamo così, esuberante: 30.000 euro subito, riscatto a 340.000 euro. Forse anche qualcosa meno. Il colpo fallito? Finali nazionali Allievi, fummo lì lì per prendere Immobile dal Sorrento: ma avevamo già Destro e Balotelli e non se ne fece nulla. Rammarichi? Il sogno per chi fa il mio mestiere è costruire una squadra fatta da ragazzi che crescono e si affermano con te. Ma certe rinunce sono state decise per arrivare a giocatori più importanti per l’immediato: Bonucci, Acquafresca, Bolzoni, Meggiorini per spendere meno per Milito e Thiago Motta; Destro perché in quel momento era fondamentale prendere Ranocchia. Un giocatore che è stato vicinissimo? Fabregas. A 16 anni aveva deciso di lasciare il Barcellona e il nostro Pierluigi Casiraghi (per l’Inter molto più che un osservatore, ndr) ci mise nelle condizioni di prenderlo: ci provammo, ma trovò il progetto-Arsenal più convincente. Vucinic-Guarin? E’ durato tutto non più di un giorno. Si parlava di Vucinic, la Juve chiese di inserire nel discorso Guarin: avevamo già avviato la trattativa per Hernanes e dunque ci poteva stare, ma solo con un altro conguaglio. M'Baye nell'affare Hernanes? Tare ce lo aveva già chiesto un mese prima, Lotito lo voleva: darlo poteva significare avere un forte sconto, ma abbiamo deciso di non fare come con Destro e di pagare solo cash".
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Ausilio: “Tutto cominciò nel 98. Il colpo? Balotelli. Sullo scambio Vucinic-Guarin…”
E’ un fiume in piena il ds dell’Inter, Piero Ausilio, nell’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport: “Quando cominciai con l’Inter? Gennaio 1998, ero responsabile del settore giovanile della Pro Sesto, Mario...
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